Nel pomeriggio di ieri “un uomo” ha ucciso, accoltellandolo, un 14enne, i sospetti di radicalizzazione sono stati confermati: è terrorismo.
Gli attacchi con coltello aumentano: il ritorno del terrorismo
Un attacco con arma bianca si ha avuto nel pomeriggio di ieri a Villach, in Austria, intorno alle 16.00.
Un individuo ha aggredito sei persone, uccidendone una, un ragazzo di 14 anni.
L’autore, 23enne, uomo, è stato identificato in un richiedente asilo di origine siriana.
Colpisce il ghigno del soggetto una volta arrestato. Evidentemente compiaciuto.
In questo momento si è davvero davanti a un nuovo profilo criminale: “il soldato ISIS” non persevera più nella sua azione, continuando a uccidere o quantomeno a tirare fendenti contro i first reponder intervenuti, ma si arrende, quindi si fa catturare, in vita, non tenta nemmeno il suicidio.
D’altronde si erano già avuti casi analoghi, in epoca recente, si pensi ai mercatini di Natale, ma non solo, si pensi anche a Monaco (due morti, tra cui bimba di due anni e 36 feriti). In questi casi, semmai, viene a mancare la rivendicazione “ufficiale”.
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Secondo il Ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner (ÖVP), l’uomo arrestato, che viveva in Austria con un permesso di soggiorno, si sarebbe radicalizzato su Internet, e in particolare seguendo alcuni predicatori islamisti su TikTok: in casa sua è stata trovata una bandiera dell’ISIS.
Il problema è ora il definire dei nuovi profili, sicuramente si è davanti a un modello liquido, soggetto a variazioni importanti sia da un punto di vista sociologico che geopolitico, già solo per questo basti pensare all’evoluzione avute dalla Siria, alla possibilità che oggi l’Ucraina possa rappresentare la cifra massima del disimpegno bellico USA, esattamente replicando quanto accaduto in Afganistan (d’altronde, sempre Trump regnante).
Si scrive questo perché da un lato si ha un revival (mai sopito in realtà) degli attacchi che si richiamano all’Islam, e gli obbiettivi sono i paesi occidentali e Israele (di poche ora fa la notizia di un attacco contro due Israeliani, infatti, ad atene), ma se le modalità di condurre le azioni sono si analoghe al passato (arrotamento con vetture e attacco all’arma bianca), la ferocia, forse il convincimento, la consapevolezza dell’aggressore sono inferiori (ugualmente lesive, certo), al punto da non giungere al suicidio, ma alla resa.
Considerando che la tematica ora interessa non solo una seconda generazione, ma anche rifugiati respinti o che non si sono integrati nella società ospitante, si ha anche il profilo del suprematista che vi si può affiancare. Certamente in quest’ultimo caso il target colpito può aiutare a meglio comprendere le motivazioni, al pari di una indagine vittimologica a tutto tondo.