Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha condannato l’appoggio di numerosi Paesi nella formazione di un Esercito regolare del Kosovo. In una intervista nella tarda serata di ieri alla tv privata Prva, Vucic ha citato in particolare Turchia, Stati Uniti e Gran Bretagna, affermando che la Serbia, nonostante minacce e provocazioni, intende comunque mantenere pace e stabilità nella regione.
I Paesi che forniscono armamenti al Kosovo, ha osservato, operano in violazione della Carta delle Nazioni Unite e della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza del 1999. In base a tale risoluzione, messa a punto al termine del conflitto armato del 1998-1999, l’unica Forza armata autorizzata a stazionare sul territorio del Kosovo è la Kfor, la Forza Nato.
La dirigenza di Pristina, tuttavia, è fermamente intenzionata a trasformare la propria Forza di sicurezza, che ha mandato civile, in un Esercito regolare vero e proprio, con mandato militare. Cosa, questa, respinta fermamente dalla Serbia che non riconosce l’indipendenza proclamata da Pristina il 17 febbraio 2008, e che continua a considerare il Kosovo parte integrante del suo territorio.
La dirigenza kosovara – che parla in termini di reciprocità con la Serbia nel rispetto dell’indipendenza e sovranità statale del Kosovo – a più riprese ha sottolineato l’interesse a integrare il Paese nella Nato e nell’Unione europea.
La Serbia è militarmente neutrale e non intende aderire alla Nato, con la quale collabora comunque nell’ambito del programma di partnership per la pace.