“Come ho spiegato ai miei colleghi ministri, la strategia del governo non può che essere quella di perseguire l’obiettivo del 2 per cento” della spesa militare “in rapporto al Pil, come del resto hanno ritenuto di dover fare un po’ tutti gli esecutivi che ci hanno preceduto. Ovviamente, è un traguardo che va raggiungo con gradualità, in modo tale che l’aumento di spesa nel settore sia compatibile con le necessità di equilibrio della finanza pubblica”. Lo dice il ministro della Difesa Guido Crosetto in una intervista al Foglio. “Anzi a tal proposito – precisa – nel recente Consiglio europeo ho annunciato ai miei colleghi un’iniziativa che intendo intraprendere. Proporrò formalmente l’esclusione delle spese per gli investimenti della Difesa dal computo del deficit nell’ambito del Patto di stabilità. Non è una trovata del momento, ne ho parlato coi colleghi ministri della Difesa, mi sono confrontato al riguardo anche col commissario Paolo Gentiloni. Spero che pure Giancarlo Giorgetti, dal Mef, sollevi il tema. Alcuni paesi, ma non vi dirò quali, effettivamente si sono mostrati molto favorevoli”. Per Crosetto “quello sul 2 per cento è un obiettivo concordato coi nostri alleati americani in sede NATO. E un’Europa che reclama maggiore autonomia strategica, che rivendica di avere voce in capitolo nelle decisioni fonda mentali rispetto alla politica di sicurezza, non può poi esimersi dalle sue responsabilità, an che economiche, nel settore della Difesa. Se siamo seri, facciamo valere i nostri interessi”. Riguardo all’Ucraina, conclude il ministro, “a dicembre scade la legge quadro che ha consentito all’Italia di dare aiuto all’Ucraina, con forniture sia civili sia militari. La Difesa proporrà a breve di rinnovare quello stesso provvedimento estendendolo a tutto il 2023. Mi aspetto che chi ha votato quel decreto varato dal governo Draghi non avrà problemi a ribadire la sua posizione”.