“Prendi del tritolo e fatti saltare in aria. L’assenza non mancherà a nessuno” – È uno dei tanti messaggi indirizzati a Dario Vassallo, a seguito alla mobilitazione dopo le operazioni di brillamento del costone roccioso del Mingardo in Cilento, mossa dalla Fondazione dedicata da Vassallo alla memoria del fratello Angelo, il sindaco pescatore, ucciso in un attentato la cui sospetta matrice camorristica è tuttora oggetto di indagini il 5 settembre 2010, ad Acciaroli. “Mafia e pensiero mafioso. Esistono le mafie, dove i soggetti scelgono volutamente di non rispettare le leggi e le regole democratiche, e poi, esiste il pensiero mafioso che si annida nella vita politica e amministrativa di alcuni soggetti – afferma Dario Vassallo -. Sono costoro a fare più danni, non solo generando comportamenti mafiosi, ma alterando la Democrazia e il vivere civile”. Vassallo ha denunciato l’accaduto ai ministri Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Carlo Nordio, alla Procura di Vallo della Lucania, alla Procura Antimafia di Salerno, al Comando Generale dei Carabinieri, al Comando Legione Campania dell’Arma dei Carabinieri, al Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, alla Stazione Carabinieri Vallo della Lucania, alla Stazione Carabinieri di Camerota, alla Stazione Carabinieri Pollica, alla Questura di Salerno, all’Associazione Nazionale Comuni Italiani. “Tutto risale – spiega – alla missiva PEC inviata all’Unesco, al Ministero della Cultura e al Ministero dell’Ambiente, denunciando quello che stava accadendo da diversi giorni a Camerota, sulla strada del Mingardo, nel tratto di costa in prossimità di Cala del Cefalo, a ridosso del mare, fatto esplodere durante i lavori di messa in sicurezza, creando un danno ambientale irreparabile. Penso fosse dovere di ogni cittadino segnalare e denunciare quello che stava accadendo, un luogo unico al mondo, parte integrante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni e Sito di Interesse Comunitario. Patrimonio dell’Umanità e non patrimonio comunale. E così, proprio nel giorno del 21 marzo, giornata contro le vittime di mafia, mi veniva recapitato questo audio, oggi al vaglio delle autorità. Da lì sono iniziati i messaggi e gli atti intimidatori”.