Il contingente italiano rappresenta la cerniera tra due etnie che non vogliono parlarsi se non attraverso un arbitro internazionale. Gli italiani in questi decenni hanno realizzato progetti e promosso scambi cercando di far superare i rancori e parlando di obiettivi comuni. Un delicato lavoro di tessitura minato da insidie e da chi ha interessi a soffiare sul fuoco, soprattutto per storiche ragioni legate all’ex patto di Varsavia.
Italiani a garanzia
Negli scontri scoppiati nel nord del Kosovo sono rimasti feriti 30 militari della Kfor, tra cui 11 italiani. L’Italia offre alla missione Nato circa 800 militari. Ma c’è di più: dal 10 ottobre 2022 il Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia è il 13esimo comandante italiano alla guida della operazione di terra iniziata nel 1999.
Il contingente italiano è impiegato in diversi ambiti e con più mansioni. Una parte è dislocata presso il Comando Nato a Pristina – Quartier Generale di Kfor, dove operano circa 90 militari interforze. Un’altra parte, per ragioni di sicurezza non vengono forniti i dati, è di sede presso il Comando Regionale – Ovest, nella storica base “Villaggio Italia” nelle periferia di Pec/Peja.
Il nucleo importante di questo contingente, in questo arco di tempo, è costituito dal 9 reggimento Alpini della Brigata Alpina “Taurinense” che annovera, sotto egida, anche militari di: Albania, Austria, Croazia, Macedonia del Nord, Moldavia, Polonia, Svizzera e Turchia.
Nell’ambito del Comando Regionale – Ovest, comandato dal Colonnello dell’Esercito Mario Bozzi, lavorano anche 12 Team di Collegamento e Monitoraggio (Lmt) che sviluppano un continuo contatto con la cittadinanza locale, con le istituzioni governative, le organizzazioni centrali politiche e gli organi internazionali. Importante è il dialogo con i rappresentanti delle diverse etnie e religioni presenti sul territorio al fine di acquisire elementi e informazioni utili al Comando Kfor per lo svolgimento della propria missione, garantendo, così, un contesto sereno, sicuro e stabile.
I militari italiani sono anche inseriti nel battaglione multinazionale di ricerca informativa (Isr Mnbn), nato il 1 giugno 2016, sotto il comando Kfor, con un team a guida italiana, inquadrato nel Regional Command East a comando americano che opera nell’ampia municipalità della capitale Pristina.
Un reggimento Carabinieri, invece, denominato Unita’ Multinazionale Specializzata (Msu) è situato sempre a Pristina ed è comandato dal Colonnello dell’Arma Ruggiero Capodivento. L’Arma dei Carabinieri contribuisce alla missione italiana in Kosovo con questa unità altamente specializzata da agosto 1999, anno di inizio della missione Nato.
Il reggimento e’ stato impiegato nella zona a nord del Paese dove si concentra una forte presenza di popolazione di etnia serba, esattamente a Mitrovica, sede dello storico ponte che divide geograficamente e culturalmente la città.