La notizia, non ufficiale, è frutto di attività di analisi che si sviluppano su scala internazionale. Intanto dal presidente della Nigeria, Bola Tinubu, non sarebbe arrivato ancora nessun ordine sulla possibilità di un intervento militare in Niger, nonostante la scadenza dell’ultimatum imposto dall’Ecowas alla giunta che ha preso il potere nel Paese africano dopo aver rimosso il presidente eletto, Mohamed Bazoum. Lo ha riferito all’Associated Press un ufficiale britannico che ha operato per anni in Nigeria, secondo cui a oggi Tinubu non ha dato nessun ordine sul possibile intervento armato. La giunta militare del Niger, in ogni caso, non sembra interessata a una trattativa. Ieri, domenica, i leader della giunta hanno preso parte a un comizio a Niamey, promettendo alle migliaia di sostenitori presenti che la loro lealtà non sarà mai tradita. “Siamo con voi e contro di loro. Vi daremo il Niger che vi è dovuto”, ha affermato uno dei membri della giunta, il generale Mohamed Toumba.
Le parole di Tajani
Nell’area del Sahel e più in generale in Africa “ci troviamo di fronte ad un nuovo colonialismo russo e cinese”, afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani in una intervista a La Stampa. “In tutta la zona, adesso anche in Niger. Una cosa è certa, l’ Europa è già impegnata in troppi fronti militari, l’Ucraina in primis. Non possiamo aprire un altro conflitto, in Africa». Dunque, il presidente Bazoum “È giusto che venga liberato, ma non lo possiamo fare noi. L’America è molto prudente da questo punto di vista, è impensabile che apra un inter- vento militare in Niger. La liberazione sarà il frutto di un lavoro faticoso e lungo. Ora, l’unica via è prolungare l’ultimatum” dell’Ecowas, sottolinea il capo della diplomazia italiana.