La notizia dell’apertura di un hotspot nella cittadina UNESCO di Palmanova ha mandato in subbuglio la piccola comunità friulana. Sul fronte del no anche Antonio Serpi, segretario generale del SIM Carabinieri, il più grande sindacato delle Forze Armate che parla di problemi seri di sicurezza “non condivido l’apertura di un hotspot a Jalmicco frazione di Palmanova. Non capisco con quale criterio vogliano trasformare Palmanova in nuova Lampedusa con i problemi che ne conseguono. Vogliono scaricare un problema enorme su una piccola realtà con soli 5.550 abitanti senza coinvolgere gli attori pubblici locali” – afferma Serpi e continua – “Il prefetto di Udine Massimo Marchesiello ha dichiarato “UDINE HA GIÀ DATO”. Cosa vuol dire? Ricordo che Palmanova vive già molti problemi in relazione alle restrizioni UNESCO e, anche in termini di sicurezza, c’è una Compagnia Carabinieri “accampata” da anni e nel totale abbandono delle istituzioni deputate a garantire una mensa idonea, un parcheggio auto ed altri servizi necessari a chi ci difende. Quindi invito tutti ad avere la stessa premura dedicata per l’hotspot alla caserma che ospita i nostri Carabinieri. L’apertura di un hotspot senza un rinforzo degli organici e una struttura efficiente per i militari, porterebbe al collasso dell’impianto di sicurezza. Siamo pronti come SIM a far valere la nostra posizione e quella dei cittadini di Palmanova, in tutte le sedi opportune” – conclude Serpi