Diverse migliaia di sostenitori del golpe in Niger stanno attualmente manifestando davanti alla base militare francese di Niamey. Attualmente sono circa 1.500 i militari francesi rimasti nel Paese nonostante il colpo di Stato che lo scorso 26 luglio ha portato alla destituzione del presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, che resta ostaggio dei golpisti. La scorsa settimana la giunta golpista ha denunciato gli accordi di cooperazione militare con la Francia, tuttavia il governo francese ha dichiarato di non riconoscere la decisione in quanto emessa da autorita’ ritenute non legittime. Ieri i leader della Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), riuniti ad Abuja, hanno approvato il dispiegamento di una forza d’intervento rapida regionale per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger.
La dichiarazione della Russia
Il ministero degli Esteri di Mosca ribadisce la contrarietà della Russia ad un intervento militare in Niger di fronte al rischio che porti ad una “forte destabilizzazione” della regione. “Crediamo che la via militare per risolvere la crisi potrebbe condurre ad un confronto prolungato nel paese africano, così come ad una forte destabilizzazione della situazione nella regione del Sahara e del Sahel”, si legge in un comunicato. Mosca sottolinea inoltre che l’organismo regionale – Ecowas – “sta adottando misure per ripristinare l’ordine costituzionale” dopo i fatti del 26 luglio “attraverso il dialogo politico con le nuove autorità”. La Russia “segue da vicino” gli avvenimenti nel paese, conclude.