Prima ancora che aprisse la porta per fare entrare i carabinieri, attorno alle 11.30, la svolta nella vicenda dell’uomo asserragliato per tre giorni nella propria abitazione in Friuli c’è stata quando ha accettato di affacciarsi alla finestra, su invito del negoziatore.
Sarebbe stato questo il punto di svolta della trattativa. Il negoziatore del GIS ha infatti convinto il professionista friulano a mostrare il volto. Per la prima volta, dopo 50 ore, il contatto non è avvenuto tramite video postati su YouTube o telefonate, ma con un incontro diretto, faccia a faccia, un’interlocuzione durante la quale l’uomo ha capito di potersi fidare. Da quanto si è appreso, durante l’intera vicenda l’ingegnere non è mai trasceso nei toni, seppur restando fermo sull’indisponibilità ad aprire la porta del proprio appartamento. Praticamente da anni non usciva di casa affidando la propria vita sociale unicamente alla rete.
Come ipotizzavano già da giorni, gli investigatori nell’abitazione non hanno rinvenuto nulla di illegale: le armi e le munizioni a uso sportivo che l’uomo non poteva più detenere, per non aver consegnato il certificato medico di idoneità, che avrebbe garantito il rinnovo del permesso, erano perfettamente custodite e sono state consegnate all’apertura della porta.
Un’azione finita bene grazie ai professionisti del Gruppo di Intervento Speciale che annovera, nelle squadre, la figura del negoziatore.