“Il Kosovo è sotto attacco”
lo ha detto la presidente kosovara Vjosa Osmani in un’intervista alla stampa internazionale, ripresa dai media locali.
Osmani ha accusato la Serbia e il suo presidente Aleksandar Vucic di essere dietro l’attacco di domenica alla polizia del Kosovo a Banjska.
“Il gruppo (armato) ha semplicemente esercitato le intenzioni e le motivazioni della Serbia come Paese e di Vucic come leader”,
ha spiegato la presidente, osservando come Belgrado abbia ancora rivendicazioni territoriali contro Pristina e stia agendo per realizzare un “modello Crimea” creando tensioni nel nord del Kosovo.
“Quello che vorrei dire al presidente Vucic è di smetterla di scherzare con il Kosovo. Il Kosovo difenderà la sua libertà, la sua indipendenza e la sua sovranità ad ogni costo”
ha concluso Osmani.
La versione della Serbia
“La Serbia indagherà sugli eventi che hanno portato alla sparatoria nel monastero di Banjska nel nord del Kosovo”.
Lo ha riferito il presidente serbo Aleksandar Vucic, ripreso dalla stampa locale. Vucic ha negato ogni coinvolgimento delle autorità serbe nell’incidente, aggiungendo che
“verrà avviato per lo stesso fatto di sangue un procedimento davanti alle autorità giudiziarie competenti”.
Il presidente serbo ha in seguito respinto le accuse della presidente kosovara Vjosa Osmani la quale ha affermato che Belgrado “incita alla violenza”, sostenendo che la Serbia “non trae beneficio da questi accadimenti” che, ha aggiunto, “mettono a repentaglio la nostra posizione nei negoziati, mediati dall’Ue, con Pristina”.
Vucic ha quindi accusato il primo ministro di Pristina, Albin Kurti, di voler “espellere i serbi dal Kosovo” e di ostacolare la soluzione di compromesso necessaria al risanamento dei rapporti tra Belgrado e Pristina. “La causa di tutti i problemi in Kosovo è Albin Kurti”, ha sostenuto il capo dello Stato serbo.