Sindacati: Arriva finalmente la convocazione a Palazzo Chigi per un incontro col Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sarà il 16 novembre, un’occasione che non si presentava da anni.
Le dichiarazioni di Paoloni del sindacato Sap
“Apprendiamo con favore la convocazione a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il 16 novembre. È un segnale importante di attenzione nei confronti del comparto sicurezza”.
Lo ha affermato il segretario generale del Sap, Stefano Paoloni.
“Sarà certamente l’occasione per rappresentare sia la necessità di un rinnovo del contratto di lavoro adeguato, tale da consentire l’indipendenza della funzione svolta e un giusto recupero rispetto all’aumentato costo della vita, che un adeguamento ai livelli stipendiali dei principali Paesi della comunità europea.
Inoltre sarà un’opportunità per mettere in evidenza l’indispensabilità di adeguate tutele degli operatori di polizia che ci consentano di svolgere la nostra funzione in modo efficace e al servizio del Paese”.
Soddisfazione dell’ANFP
“Accogliamo positivamente la convocazione a Palazzo Chigi, programmata per il prossimo 16 novembre, a cui parteciperà il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in quanto l’incontro rappresenta un segnale di riconoscimento del ruolo che svolgono le donne e gli uomini del comparto Sicurezza e Difesa per la tutela del Paese e delle libertà e dei diritti dei cittadini”.
Così in una nota Enzo Letizia, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia.
“Per i Funzionari di Polizia la convocazione è il punto di partenza per arrivare alla conclusione del primo contratto per i dirigenti dei Comparti atteso da 6 anni, avendo, altresì, l’occasione di illustrare le varie criticità economiche, ordinamentali e previdenziali irrisolte che gravano sulla categoria”.
Convocazione dei sindacati attesa da tempo
Già da mesi si attendeva questa convocazione per un confronto diretto col Presidente Giorgia Meloni
“Il Comparto sicurezza è un pilastro che fa grande l’Italia nel panorama mondiale, ma le problematiche economiche e le carenze che soffrono i suoi operatori non sono in linea con il livello d’eccellenza che essi garantiscono.
Se la Sicurezza è un patrimonio della collettività da difendere, è indubbio che non può esserci Sicurezza se chi è preposto ad attuarla e garantirla non è a sua volta assistito e tutelato. E tale obiettivo si realizza attraverso la funzione primaria attribuita al contratto collettivo di lavoro, compresa l’area negoziale della dirigenza di pubblica sicurezza, oltre gli ineludibili provvedimenti normativi in tema di specificità”.
Cosi scrivevano poche settimane fa le sigle della Polizia di Stato e, a quanto pare, la risposta del governo per un incontro è arrivata.
Le associazioni militari
L’Associazione Sindacale Professionisti Militari (ASPMI), il SIM Finanza e il SIM Carabinieri, esprimevano già tempo fa la propria posizione riguardo all’incontro tra il Governo Meloni e i sindacati rappresentativi del comparto Sicurezza e Difesa.
Ora, appresa la notizia del 16 novembre, le sigle militari si attendono un confronto concreto sulle misure di carattere economico, ordinamentale e di tutela del personale in divisa. Un dialogo che vada oltre il singolare momento che attui soluzioni concrete per la tutela degli operatori in divisa sempre più esposti alla mannaia giudiziaria.
La legge 28 aprile 2022, n. 46 , approvata sul finire della XVIII legislatura, delinea la cornice giuridica nell’ambito della quale è possibile istituire, per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano, associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
Il provvedimento interviene dopo un significativo pronunciamento della Corte Costituzionale che nel 2018 ha modificato il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale in materia di diritti sindacali dei militari (sentenza n. 120 del 2018 ), riconoscendo per la prima volta la legittimità di associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale.
Il cammino parlamentare che nella XVIII legislatura ha condotto all’approvazione della legge n. 46 del 2022 trae origine dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 120 del 2018 con la quale sono stati definiti i giudizi di legittimità costituzionale inerenti all’art. 1475, comma 2, del d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare).