Il Generale Roberto Vannacci, da poche ore a Roma, per ricoprire un nuovo incarico, continua a far parlare di sé e come hanno dichiarato alcuni parlamentari dell’opposizione “non si capisce se è un generale o un editorialista”. L’alto ufficiale risponde sostenendo che la libertà di pensiero è cosa normale in un paese democratico e in una intervista al Corriere della Sera, rilasciata oggi, afferma “che per ora resta un militare ma non esclude la possibilità di scendere in politica”
“Nella Lega le porte sono spalancate” fanno sapere dall’entourage di Salvini e Crosetto per questo va cauto politicamente ma resta fermo e obiettivo nel ruolo istituzionale di ministro della Difesa e superiore gerarchico di Roberto Vannacci.
La notifica dell’inchiesta interna, relativa al libro “il mondo al contrario”, è arrivata giusto ieri al generale di divisione. Neanche il tempo di disfare le valigie che dagli uffici del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito è partita la notifica da firmare.
A Vannacci la cosa non è piaciuta e ha rifilato un mese di licenza, per motivi familiari, in risposta all’avvio dell’inchiesta interna. Una licenza programmata da tempo ma perfettamente sincronizzata alla notifica.
Da qui la smentita di Vannacci “nessun malumore e dispiacere”, ma come affermava Andreotti “una smentita è una notizia data due volte”
Un altra inchiesta interna su Roberto Vannacci
Ma “l’affare Vannacci” si ingrossa e oggi su la Repubblica spunta un fatto delicato, molto delicato, che va al di là dei libri e delle beghe interne e riguarda un dossier top secret che una commissione interna sta studiando. In particolare si tratta del periodo che Roberto Vannacci ha svolto in qualità di addetto militare all’Ambasciata italiana in Russia.
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