Riceviamo e pubblichiamo la nota del SILF – Guardia di Finanza
Nella visualizzazione degli importi relativi alla busta paga di febbraio, alcuni colleghi
hanno rappresentato di aver trovato degli ammanchi stipendiali rispetto alle somme
mediamente percepite, con molta probabilità derivanti dai conguagli fiscali a debito, tali
da andare a percepire pochi euro di stipendio, con tutta una serie di problematiche
gestionali e familiari che ne scaturiscono.
L’amministrazione, in qualità di sostituto d’imposta, esegue le operazioni di fine anno
sulla contribuzione globale dei lavoratori e degli elementi variabili della retribuzione,
ricalcolando l’IRPEF ed i contributi INPS dovuti dai dipendenti, per l’anno precedente
(2023), sulla base del reddito effettivamente percepito e, a norma di legge, operando il
c.d. “conguaglio fiscale” ex art. 23 del D.P.R. n. 600/1973, entro il 28 febbraio dell’anno
successivo al periodo di imposta di riferimento.
Si evidenzia tuttavia, la carenza di un prospetto riepilogativo (Es. vecchio dare/avere) a
beneficio del dipendente, con il dettaglio delle operazioni di conguaglio, in modo da
fornire la possibilità all’interessato di poter verificare la corretta applicazione delle
aliquote contributive correlate all’imponibile e poter avere contezza dei conteggi
effettuati.
Riveste, per di più, carattere di fondamentale importanza, che questa complicanza
venga sanata dal punto di vista legislativo e gli effetti negativi edulcorati, creando un
meccanismo di avviso preventivo ai colleghi, al fine di consentirgli un rimedio e poter,
eventualmente, rateizzare l’imposta effettivamente dovuta, in modo da spalmare gli
effetti a debito su più mensilità.
Sarà cura delle OO.SS. portare nelle sedi competenti le richieste formulate dai colleghi.