“Nei giorni scorsi si è spento il generale Antonio Subranni, dopo anni di sofferenze”.
Ad annunciarlo è stato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, in una nota in cui esprime “vicinanza alla moglie, alla figlia Danila e a tutta la famiglia”.
Addio al generale Antonio Subranni, già comandante del ROS
“Nei giorni scorsi si è spento il generale Antonio Subranni, dopo anni di sofferenze. Voglio esprimere vicinanza alla moglie, alla figlia Danila ed a tutta la famiglia. Ho conosciuto il generale Subranni e ne ho apprezzato sul campo il valore di autentico protagonista della lotta alla criminalità organizzata e ne ho constatato l’esempio di carabiniere integerrimo.
Per anni ha subito un ingiusto processo da parte della magistratura di Palermo, che si è concluso con una assoluzione forse arrivata troppo tardi. E sono certo che anche il suo corpo ha subito le conseguenze di questa ingiusta aggressione giudiziaria.
Mi scuso con la famiglia se rompo il loro ammirevole riserbo. Ma penso che qualcuno che ha conosciuto le vicende italiane debba pubblicamente rendere onore al generale Subranni, alla sua memoria e al suo esempio. Io ne ho sempre sostenuto l’azione, l’opera e anche durante le vicende giudiziarie ho sempre affermato la sua onestà, che solo troppo tardi le sentenze hanno accertato. Oggi c’è qualcuno che piange di dolore mentre qualcun altro forse deve piangere di vergogna”.
Anche i deputati azzurri esprimono il loro cordoglio, rivolto in particolare alla figlia Danila, una delle storiche portavoce del partito: “A Danila Subranni e alla sua famiglia il nostro più sincero e affettuoso abbraccio per la scomparsa del caro papà”.
Giunga alla famiglia del generale Subranni il nostro cordoglio.
Al vertice del ROS
Ufficiale dei Carabinieri, viene inviato in servizio a Palermo. Nominato maggiore nel 1978, divenne comandante del Reparto operativo del comando provinciale dell’Arma di Palermo. Per questo in quello stesso anno indagò sulla morte di Peppino Impastato, che indirizzò verso l’ipotesi terroristica, invece che mafiosa. Da colonnello comandò poi il gruppo provinciale di Palermo.
Nominato generale di brigata, nel dicembre 1990 divenne il primo comandante del Raggruppamento operativo speciale (ROS) dell’Arma, appena costituito con i 27 nuclei anticrimine territoriali dei CC. Gli uomini del ROS, sotto il suo comando, catturarono Totò Riina guidati dal capitano Ultimo. Resta capo del ROS fino al 1 dicembre 1993, quando passa al Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (CESIS).
Nel 1994 è nominato generale di divisione e posto al comando della divisione Palidoro dei CC.
Va in congedo nel 1996 con il grado di generale di corpo d’armata.