Le parole commosse del Comandante generale dei Carabinieri in occasione dell’ultimo saluto ai suoi ragazzi. Le chiese gremite, lo strazio e le lacrime che hanno caratterizzato una giornata segnata dal dolore.
“Porto le condoglianze e l’affetto dell’arma dei Carabinieri. Porto il saluto ai familiari e a tutte le istituzioni presenti”.
Lo ha detto il generale Teo Luzi nella cattedrale di Manfredonia nel corso dei funerali del maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, morto nell’incidente stradale avvenuto nel Salernitano nella notte tra sabato e domenica scorsi. Nello stesso incidente ha perso la vita anche l’appuntato dei carabinieri Francesco Ferraro, di 27 anni, originario di Montesano Salentino (Lecce).
“Tutte le massime autorità e migliaia di cittadini – ha aggiunto Luzi – sono stati vicini ai due carabinieri e alle loro famiglie. La cattedrale stracolma dà il senso di quanto la gente ha partecipato al dolore. Dobbiamo riflettere su questo momento. Su questa terra possiamo fare poco per contrastare la morte ma possiamo fare tanto per lenire il dolore di queste famiglie. Ci vorrà tempo, anni. Ma non lasceremo sole le famiglie”.
“Io – ha concluso – non lo conoscevo personalmente ma chiedendo a tutti mi sono fatto l’idea di un ragazzo straordinario. Vedo una foto del papà carabiniere con il figlio carabiniere. Ed è una foto significativa. Era un ragazzo attaccato alla divisa”.
Anche Luigi, un amico di Francesco, lo ha ricordato: “L’ultima volta che ci siamo visti mi ha detto che voleva acquistare una moto per fare il giro della costiera amalfitana. Era un amicone, appassionato del lavoro. Buono, generoso, pronto a correre in aiuto di tutti. È davvero un dolore enorme”.
Esequie prima a Montesano poi a Manfredonia, il sacrificio dell’Arma e della Puglia
Tutta la comunità di Montesano Salentino si è stretta intorno alla famiglia dell’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni, di cui oggi si sono celebrati i funerali di Stato nella chiesa Maria Santissima Immacolata. Ferraro è morto la notte tra sabato e domenica scorsi con il collega maresciallo Francesco Pastore, 25 anni: entrambi sono stati travolti da un Suv nel Salernitano.
L’uscita del feretro dalla camera ardente allestita nella sala consiliare è stata accolta da un lungo applauso. La bara, avvolta nel tricolore, è stata poi portata in spalla dai carabinieri seguiti dai genitori Paola e Antonio, dai suoi fratelli Gigi, Michele e Alessandro, e dalla sua fidanzata Carmela con il loro cagnolino in braccio.
Prima dell’arrivo nella chiesa madre del paese in provincia di Lecce, il corteo funebre si è fermato davanti la casa della nonna di Francesco, che ha salutato il nipote scomparso sull’uscio di casa, seduta sulla sua carrozzina. In segno di lutto tutte le attività del paese si sono fermate. Ad accogliere il feretro c’erano centinaia di persone sia all’esterno sia all’interno della chiesa.
Qui, su un cuscino di velluto rosso, è stato poggiato il cappello della divisa di Francesco. Tante le autorità civili e militati intervenute, tra cui il comandante dell’arma dei Carabinieri, il generale Teo Luzi, che dopo aver reso gli onori al feretro è partito per Manfredonia dove si celebrano i funerali di Pastore. Tra i vertici dell’arma presenti anche Antonio De Vita, comandante interregionale Carabinieri Ogaden.
“Francesco è già nella casa e nel cuore di Dio”, ha detto nell’omelia monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento Santa Maria di Leuca.
“Siamo affranti e increduli e anche per me oggi è difficile raccontare quanto accaduto, dare una risposta a tanti interrogativi”, ha aggiungo ricordando il militare salentino scomparso come “l’amico e il fratello che tutti vorremmo: generoso nel suo servizio alla patria, gioviale e volitivo, di un’educazione rara”. Infine, l’appello rivolto ai giovani: “Francesco vi esorta ad amare la vita perché è bella e preziosa. Non sciupatela”.