Alle ore 8.30, presso l’Aula Convegni del Senato, le Commissioni riunite Esteri e Difesa Camera e la Commissione Esteri e Difesa Senato, hanno ascoltato il comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), Francesco Paolo Figliuolo.
Teatri Operativi
La Difesa per il 2024 partecipa, o è pronta a fornire il proprio contributo, a 41 missioni e operazioni internazionali, articolate su 36 schede missioni (22 per attività sotto l’egida di Organizzazioni internazionali – 5 Onu, 9 Nato, 8 Ue – e 14 iniziative condotte su base bilaterale o all’interno di specifiche coalizioni multinazionali). Saranno impiegate, in media, circa 7.800 unità, con un contingente massimo autorizzato di 12.000 unità. In particolare, in aggiunta alle missioni che proseguono dal 2023, sono 2 le missioni di nuovo avvio recentemente approvate dal Parlamento.
Il riferimento è all’Operazione Levante, che attraverso un rafforzamento della presenza nel Mediterraneo Orientale prevede l’impiego di un dispositivo militare per interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, nonché il supporto ad eventuali operazioni di evacuazione di connazionali; all’Operazione difensiva dell’Unione Europea ”Eunavfor operazione Aspides” che mira principalmente a proteggere la libera navigazione nello Stretto di Bab El Mandeb, nel Mar Rosso e nel versante occidentale del Golfo di Aden
Queste le parole di Francesco Paolo Figliuolo in merito all’impegno militare italiano
Scenario Ucraina
Il conflitto in Ucraina, entrato nel suo terzo anno, si conferma un evento spartiacque che ha scosso in profondità le fondamenta stesse del sistema internazionale e che continua a generare ripercussioni sistemiche di ampia portata. Con il proseguire della guerra cresce la volontà di rafforzare le politiche di difesa dei singoli Paesi e la postura di deterrenza delle principali Organizzazioni internazionali di riferimento, la Nato e l’Unione Europea. L’Alleanza Atlantica, che lo scorso 4 aprile ha celebrato i suoi 75 anni, continua a rappresentare il baluardo di stabilità per rispondere a uno scenario complesso e in continua evoluzione.
Scenario Kosovo
Nel 2024 prosegue l’impegno nazionale a sostegno della stabilizzazione dei Balcani, area in cui la presenza del nostro dispositivo militare, seppur a distanza di anni, risulta ancora fondamentale per prevenire l’acuirsi di crisi regionali e arginare le continue tensioni. In Kosovo rivestiamo il ruolo di attore primario, con un contingente schierato di circa 850 unità che può arrivare a 1.550 unità in caso di necessità (come avvenuto, ad esempio, alla fine dello scorso anno con lo schieramento della forza di riserva in prontezza a livello battaglione – Operational Reserve Forces Battalion – Orf della Nato) e dove, inoltre, dal prossimo ottobre assumeremo nuovamente il Comando dell’Operazione ‘Nato Kosovo Force (Kfor)’ nella quale oggi ricopriamo la posizione di Vice Comandante.
Continueremo, inoltre, a fornire, dove richiesto, unità specializzate dell’Arma dei Carabinieri per la missione civile dell’UE ‘European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX Kosovo)’, di cui esprimiamo l’Head of Mission.
Scenario Bosnia
In Bosnia-Erzegovina, paese attraversato da forti tensioni politiche, economiche e sociali, abbiamo incrementato dallo scorso dicembre il nostro contingente, nell’ambito della missione dell’Unione Europea ‘European Union Force (Eufor Althea)’, con lo schieramento di una compagnia di manovra che si aggiunge alla Task Force Intelligence Surveillance e Reconnaissance a guida italiana per un totale di circa 180 militari. Inoltre, abbiamo recentemente assunto la posizione di Vice Comandante dell’Operazione, garantendo anche la prontezza dall’Italia di elicotteri a supporto delle Forze di Riserva, laddove venissero schierate.
Lo strumento militare sarà quindi presente nell’area balcanica con un contingente composto in media da poco meno di 1.200 unità, che potrà arrivare a oltre 1.800 unità con la menzionata forza di riserva in prontezza della Nato, che può intervenire con brevissimo preavviso in caso di necessità sia in Kosovo sia in Bosnia. Operano, inoltre, a supporto delle missioni nei Balcani, due assetti aerei per attività di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione.
Scenario Iraq
In Iraq continuiamo ad agire nell’ambito dell’Operazione di coalizione Operation Inherent Resolve – Prima Parthica per la lotta contro il Daesh, dove impieghiamo un contingente massimo di circa 1.000 unità e 16 assetti aerei, con compiti di addestramento a favore delle forze armate e forze di sicurezza locali a supporto delle attività della Coalizione internazionale per la stabilizzazione dell’area mediorientale. Fondamentale importanza riveste l’hub operativo-logistico in Kuwait dove con gli assetti schierati effettuiamo attività di Difesa Aerea Integrata, Ricerca e Sorveglianza e supporto logistico – in termini di trasporti, supporto sanitario e tecnico-amministrativo – a tutto il Contingente nazionale della succitata Operazione Inherent Resolve.
Prosegue inoltre la partecipazione alla missione di consulenza e rafforzamento delle capacità istituzionali dell’Iraq (Institutional building) ‘Nato Mission Iraq (NM-I)’, della quale nel maggio del 2023 abbiamo ceduto il Comando alla Spagna, ma deteniamo l’importante ruolo di Capo di Stato Maggiore della Missione.
Scenario fianco est
Sul Fianco Est della Nato prosegue il contributo nazionale al potenziamento dei dispositivi alleati già schierati nel quadro di rafforzamento della postura di deterrenza e difesa dell’alleanza, in quello della dimostrazione del pieno sostegno dei Paesi alleati e del potenziamento delle attività di sorveglianza e acquisizione informativa. A supporto dell’attività dell’alleanza sul Fianco Est l’Italia schiera un contingente massimo autorizzato di più di 3 mila unità, circa 1100 mezzi terrestri, un’unità navale e più di 20 assetti aerei.
Nel dominio marittimo continua la partecipazione al dispositivo di sorveglianza navale di raccolta dati nell’ambito del dispositivo Nato permanente per la sorveglianza navale mentre nel dominio aereo i nostri asseti partecipano al rafforzamento del dispositivo di sorveglianza dello spazio aereo dell’alleanza, di raccolta dati e potenziamento delle attività di sorveglianza e controllo dello spazio aereo. Nel dettaglio l’impegno massimo nazionale prevede fino a 300 militari e 12 aerei con schieramento a rotazione tra Polonia, Lituania e Romania.
Scenario Sahel
L’Italia continua le operazioni a sostegno della popolazione nel Sahel. Nel Sahel, da luglio in avanti, abbiamo continuato le operazioni a favore della popolazione, perché l’ordine di scuderia che il ministro della Difesa Guido Crosetto mi ha dato, anche su mia proposta e del capo di Stato maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, è stato quello di fermare le attività più ad impatto prettamente militare, ma continuare con quelle umanitarie. D’altronde, anche qualora si verifichi un colpo di Stato non vediamo perché non si possa continuare a consegnare i letti per gli ammalati, indumenti e materiale didattico o fare un pozzo.
Scenario Tunisia
La difesa è pronta ad avviare attività di formazione e addestramento con iniziative di tipo bilaterale con la Tunisia quando sarà consolidata la definizione delle necessarie tutele giuridiche del personale. Nel Nord Africa resta di particolare interesse l’evoluzione della situazione in Libia, dove siamo impegnati in diverse iniziative sia derivanti da accordi bilaterali sia all’interno di organizzazioni internazionali.
Scenario Medio Oriente
La guerra è una brutta bestia e spesso colpisce i più deboli e gli innocenti. Il generale ha parlato di prontezza a fare attività aviolancistiche, coordinate con le autorità israeliane e giordane, con materiale sanitario e alimentare.
“Poi siamo eventualmente pronti a rischierare nave ospedale o meglio ancora ospedale da campo. Vi posso dire che le condizioni all’interno di Gaza e Rafah non ci sono. L’idea era mettere magari vicino al valico, nella zona di Alaris, però tutto questo è sempre subordinato alla possibilità poi di curare i pazienti, perché altrimenti andiamo a schierare delle preziose capacità logistiche, ma sarebbe delittuoso lasciarli lì con le mani in mano, quando li possiamo farli operare nel nostro nosocomio, il Celio, o in giro per il mondo, nelle tante missioni che vi ho illustrato.
In relazione alla Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) abbiamo dato disposizione per la protezione della Forza. Io stesso ho parlato più volte con il comandante spagnolo, il capomissione, generale Aroldo Lazaro. Abbiamo affinato i piani di contingenza per una evacuazione rapida che è tra le possibilità. Sarò in Libano intorno al 21-22-23 proprio per verificare e discutere anche col comandante della Forza di queste tematiche.
Attualmente, l’Italia ha autorizzato una consistenza massima annuale di 1.256 militari per il contingente nazionale impegnato in Libia. Di questi, 1.046 militari sono impiegati nell’ambito di Unifil, mentre 57 militari sono destinati alla Mibil (Missione Bilaterale in Libano), con presenza sia a Shama che a Beirut. Il contingente dispone di 374 mezzi terrestri e sei mezzi aerei. All’Italia è affidato il comando del Settore Ovest di Unifil.
Approccio dell’Italia efficace per generare stabilità e sicurezza.
L’impiego dello strumento militare avviene sempre nella piena consapevolezza che l’operato dei nostri militari si configura quale tassello importantissimo di un sistema Paese che genera fiducia nei confronti degli alleati e soprattutto accresce il valore aggiunto nei Paese in cui siamo presenti. L’approccio dei nostri contingenti nazionali all’estero si è dimostrato sempre efficace perché ha saputo conciliare gli interessi nazionali con le esigenze di supporto delle forze di difesa e sicurezza del paese ospitante con un approccio non suscettibile di essere percepito come interferenza nella gestione dei loro affari interni.
La nostra presenza nei vari teatri operativi è parte determinante di un approccio omnicomprensivo teso a generare stabilità e sicurezza e a favorire lo sviluppo nelle aree di prioritario interesse nazionale. Anche alla luce dell’attuale complesso contesto internazionale, oggi più che mai le richieste di partecipazione di componenti della difesa e le iniziative internazionali sono sensibilmente accresciute a testimonianza del ruolo di primo piano che riveste in questo momento strumento militare.