Non succedeva da anni, da quando realmente si avvertiva il comune senso di appartenenza, che l’Istituzione prendesse una posizione nei confronti di un proprio uomo. Non uno qualsiasi ma il generale Mario Mori, uno dei migliori investigatori italiani, uno che la mafia l’ha combattuta con risultati senza precedenti, uno che ha creato un protocollo tecnico, uno a cui dire “grazie” perché, anche attraverso il suo operato, oggi l’Italia è più libera dalle criminalità.
“Appresa la notizia dell’avviso di garanzia, con invito a comparire per rendere interrogatorio in qualità di indagato, nei confronti del generale Mario Mori, nel pieno rispetto del lavoro dell’autorità giudiziaria, l’Arma dei Carabinieri esprime la sua vicinanza nei confronti di un ufficiale che, con il suo servizio, ha reso lustro all’istituzione in Italia e all’estero, confidando che anche in questa circostanza riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”.
Così una nota del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
La nota diramata dall’Arma esprime perfettamente il pensiero di oltre 110 mila donne e uomini dello Stato che hanno combattuto e combattono, quotidianamente, contro ogni forma di criminalità, guidati dall’esempio di eroi come Dalla Chiesa o Mori.