Vari sono stati i messaggi di solidarietà che sono stati indirizzati al Generale Mori (nell’ovvio rispetto delle prerogative che vengono riconosciute all’ordinamento giudiziario): dal mondo politico a quello istituzionale, tra questi anche un post del dott. Cuno Tarfusser, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Milano.
La notizia del Gen. Mario Mori raggiunto da un avviso di garanzia, per il reato di strage, ha inevitabilmente polarizzato, per alcuni versi, l’opinione pubblica nazionale. Questo perché già – lo stimato Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri – ha sostenuto, positivamente, lunghi processi che hanno indagato i supposti retroscena della trattativa stato-mafia, quindi le fasi immediatamente conseguenti all’arresto di Salvatore Riina.
Profilo veramente interessante, quello del dott. Cuno Tarfusser, reso tale ancor di più per la sua pregressa esperienza estera, presso la Corte Penale Internazionale. Infatti, a stretto giro, è indubbiamente illuminante ascoltare il suo punto di vista circa il mandato di arresto emesso dalla CPI, a carico dei vertici politici israeliani e di hamas, in occasione della conflittualità in corso a Gaza.
Il video-post di Cuno Tarfusser su Mario Mori
Il video – diffuso sui social – rappresenta chiaramente un pensiero espresso, a titolo personale, dal magistrato, anche in funzione della sua pregressa conoscenza di quell’ufficiale, la cui stima appare evidente.
“Da Magistrato, seppur in aspettativa elettorale, essendo candidato alle prossime elezioni europee esprimo tutta la mia solidarietà al Generale Mario Mori e, al contempo, esprimo tutto il mio sdegno e disprezzo per chi continua questa vergognosa aggressione giudiziaria a quello che considero essere un galantuomo”.
“Dopo la Procura di Palermo, che per decenni ha fabbricato l’assurdo castello di accuse, tristemente nota a tutti come la trattativa stato-mafia, che è stata spazzata via – questo castello – da sentenze che hanno riconosciuto, e non poteva essere diversamente, la correttezza dell’operato di Mario Mori e dei suoi uomini, tocca ora alla Procura della Repubblica di Firenze, l’accanirsi sulla persona cui, ripeto, va tutta la mia incondizionata ammirazione, stima e rispetto”.
“E non lo dico così…per dire, ma lo dico perché conosco – mi onoro di conoscere – il Generale Mori, e questo fin dal febbraio 1992, quindi da più di trent’anni, quando lui, ancora Tenente Colonello, comandava, da par suo, il neo costituto ROS, ovvero il Raggruppamento Operativo (Speciale, ndr.) dei Carabinieri. E posso testimoniare che il Generale Mori non è solo un eccellente carabiniere ma è uno straordinario professionista della legalità, del diritto e dei diritti, un fedele servitore dello stato, una persona di altissimo rigore etico e morale e un carismatico comandante di uomini.“
“Qui il vero crimine…lo commette chi associa il nome del Generale Mori ai crimini di cui lo si accusa. Io non trovo gli aggettivi giusti per esprimere, come detto, il mio sdegno e la mia vergogna di magistrato per questa che è una vera e propria persecuzione giudiziaria, e io so benissimo che la persecuzione giudiziaria, ovvero l’uso strumentale del potere giudiziario, è la realtà, anche perché l’ho provato sulla mia pelle, seppur non in maniera così violenta come il Generale Mori.”
“Se mai un giorno una politica finalmente seria e credibile, si decidesse di fare una vera, una profonda, riforma della giustizia, sarà sempre troppo tardi.“