Al vertice Nato di Washington gli Stati alleati hanno concordato un impegno finanziario da 40 miliardi di euro per l’Ucraina, in assistenza militare, la cifra sarà rivista nel corso del 2025. Previsto anche un Rappresentate sul fronte sud.
Ucraina, argomento centrale per la NATO
Il vertice era sicuramente atteso per una serie di motivi, taluni assolutamente correlati all’andamento del conflitto in Europa, per altri poteva essere un “banco di prova” per il Presidente Biden, che non meglio precisati rumors vorrebbero in cura dal parkinson, occasione pubblica di prestigio dopo non edificante confronto con lo sfidante alla presidenza USA, Trump.
Ancora, gli argomenti sul tavolo hanno sicuramente un impatto sulla politica interna dei singoli paesi, si pensi alla cifra da stanziare per mantenere l’assetto NATO, in termini di percentuale sul PIL.
“Ideale” corollario è quindi la politica europea e le contingenti notizie dal fronte ucraino (MCM93).
Poco prima del vertice NATO, infatti, si è registrata una recrudescenza delle ostilità, con 41 morti e 170 feriti a seguito di un attacco missilistico compiuto dalla Russia su varie cittadine ucraine.
27 vittime solo a Kiev, in particolare fanno notizia i missili su obiettivi civili: due adulti morti, fra cui un medico, e 50 feriti, tra cui 7 bambini, all’ospedale pediatrico Okhmatdyt.
Sullo sfondo, archiviata la competizione elettorale francese, si avvia la presidenza di turno dell’UE, protagonista Viktor Orban, il quale – senza particolare avallo – ha dato vita a una serie di incontri bilaterali, prima a Kiev, poi a Mosca, quindi a Pechino, per terminare a Washington, alla ricerca di una tregua tra Putin e Zelensky.
Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi e Romania hanno annunciato la fornitura di nuovi sistemi di difesa aerea all’Ucraina, tra Patriot e Samp-T, durante il vertice Nato. Dure le posizioni polacche, Varsavia sigla accordi con Kiev, circa la possibilità di poter concorrere nella difesa aerea ucraina.
Ancora, l’Italia, Francia, Germania e Polonia, firmeranno una lettera di intenti su ELSA: European Long-Range Strike Approach (attacchi a lungo raggio).
I 32 paesi aderenti al consesso, infine, sono convinti che l’appoggio della Cina alla Russia non possa essere considerato occasionale.
NATO e posizione italiane
«L’Italia è oggi in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento. Il 2% è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico. Dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva, che tragga vantaggio dalla complementarità tra NATO e UE».
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, continua, «L’Italia è in prima linea a difesa degli alleati orientali ma non possiamo essere lasciati soli nella difesa del fronte sud dell’Alleanza. È ugualmente fondamentale nel contesto della minaccia ibrida e globale che affrontiamo. La designazione di un Rappresentante Speciale per il Sud, è una buona notizia e un punto di partenza. L’Italia continuerà a lavorare affinché, nell’interesse di tutti, le nostre priorità siano adeguate a un mondo che sta cambiando».
A margine del vertice anche le parole del Ministro degli Esteri, Taiani, e della Difesa, Crosetto.
Il primo con un chiaro endorsment in favore dell’Ucraina, sia per quanto attiene al suo ingresso nella NATO che per quanto riguarda il divenire membro UE. Stante non esser ben definito il percorso che Kiev dovrà sostenere.
Alla difesa, invece, si esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Italia, Albania, Macedonia del nord, Bulgaria, per il corridoio paneuropeo, il quale faciliterà la mobilità della NATO, dal mar Adriatico al mar Nero.
Ancora, Crosetto, (facendo eco alle considerazioni già espresse dalla Premier, circa una necessità di produzione, ndr.) è convinto che “l’impegno della comunità internazionale a sostegno dell’azione NATO a difesa della pace richiede azione congiunta anche nell’approviggionamento di nuovi sistemi, quali i droni, essenziali per rafforzare le capacità di difesa” (credits img Ministero difesa).
Nel contempo si segnala un sostanziale disimpegno, negli anni, degli USA, argomento questo, anche di dibattito nella corsa alla Presidenza, considerando che Trump avrebbe formulato, più volte, idee differenti sul proseguimento del conflitto in Ucraina. E, a 75 anni dalla fondazione della NATO, qualche utente comincia a chiedersi della necessità di questo patto, rinvigorito, suo malgrado, dal conflitto voluto da Putin ma che ha potuto ben poco davanti alle minacce non convenzionali mosse dal terrorismo salafita, salvo il ricondurle in un assetto “ordinario”, vedasi lo scenario afgano, stante poi i paradossi della storia, con un rientro dei talebani alla guida del paese.