Spari al comizio, Trump ferito

Le elezioni presidenziali statunitensi hanno sempre un’attenzione particolare per la comunità internazionale, e non smettono mai di sorprendere. Ecco che un sonnecchioso week end estivo getta gli USA in un pericoloso revival: la violenza politica. Spari a un comizio dell’ex Presidente Donald Trump, lui ferito all’orecchio destro, due morti e altri due feriti tra la folla.

Trump ferito, Biden solidale, la politica si schiera contro la violenza

La campagna presidenziale avanza a spron battuto.

È possibile leggere, guardando la stampa estera, un crescendo di incertezza circa la candidatura del Presidente uscente, Biden. I motivi sono riconducibili alla sua salute e alla sua capacità di contrastare, almeno in questa fase elettorale, l’irruenza politica e la capacità scenica dell’ex Presidente Trump.

Questo, almeno fino a 12 ore fa, era il tema maggiormente dibattuto, e che influenza la raccolta fondi dei Democratici, tenendo banco anche a margine della Convention NATO, a Washington.

Si diceva, fino a 12 ore fa. Infatti, all’incirca poco dopo la mezzanotte (ora italiana), alcuni colpi di arma da fuoco hanno spostato l’attenzione in altra direzione.

I colpi, come si leggerà da un comunicato del Secret Service (che curava la protezione di Trump e, secondo la CBS, anche la sicurezza alla manifestazione) sono stati sparati da una posizione sopraelevata, raggiungendo Trump, durante la sua oratoria, all’orecchio destro.

Negli attimi immediatamente successivi, i fotogrammi, i video, che vengono rilanciati dalle agenzia di stampa, rievocano quanto accaduto a Dallas, con la morte di Kennedy.

Un tiratore scelto del Secret Service colpisce l’attentatore, uccidendolo, nel frattempo altri spari avrebbero interessato la folla, mentre Trump veniva accompagnato in sicurezza.

Le immagini consegnate alla storia? Quelle di un Trump ferito, che sente il bruciore del colpo che lo ha evidentemente attinto, che si guarda la mano insanguinata, comprende cosa sta accadendo e si ripara; nel contempo gli uomini della sicurezza si lanciano su di lui.

Ancora, nel mentre viene scortato al di fuori dal palco, Trump rassicura la folla, con piglio deciso, sicuramente frastornato ma ugualmente “aggressivo” e incitante. Biden, avrebbe potuto fare lo stesso?

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Chi è l’attentatore di Trump?

Prescindendo che questo particolare momento della storia potrebbe essere facilmente segnato da tutte le più ovvie teorie complottiste, da chi vorrebbe che l’attentato sia stato organizzato dallo stesso Trump, d’altronde il golpe Boliviano insegna, a chi vorrebbe che l’eliminazione fisica di Trump sia l’unica soluzione per una vittoria di Biden, praticamente per un “KO tecnico”.

Le indagini sullo sparatore sono realmente agli inizi, interessando sia la vita social dello stesso che real. Sicuramente non era atteso un attentato contro la vita di Trump, partendo dal presupposto che le frange più violente hanno avuto come protagonisti elementi riconducibili alla sua area politica, o comunque al “Tycoon pensiero”, al punto di arrivare all’attacco al Campidoglio, nel gennaio 2021.

Inizialmente si pensava che gli sparatori potessero essere anche due, ma allo stato è identificato il solo Thomas Matthew Crooks, 20enne, soggetto colpito dai Servizi Segreti USA, su di un tetto a circa 150 mt di distanza dal palco.

Le reazioni della Politica

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Nancy Pelosi: “Essendo una persona la cui famiglia è stata vittima di violenza politica, so in prima persona che la violenza politica di qualsiasi tipo non trova posto nella nostra società. Ringrazio Dio che l’ex presidente #Trump sia salvo. Mentre apprendiamo maggiori dettagli su questo orribile incidente, preghiamo affinché tutti i presenti alla manifestazione dell’ex presidente oggi rimangano illesi“.

Barack Obama: “Non c’è assolutamente spazio per la violenza politica nella nostra democrazia. Anche se non sappiamo ancora esattamente cosa sia successo, dovremmo essere tutti sollevati dal fatto che l’ex presidente #Trump non sia stato gravemente ferito e sfruttare questo momento per impegnarci nuovamente nella civiltà e nel rispetto nella nostra politica. Michelle e io gli auguriamo una pronta guarigione”.

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