La Francia è in fiamme..

Olimpiadi, rischio terrorismo, destabilizzazione interna e ora…anche le fiamme vicino ai binari dell’alta velocità, non è sicuramente un periodo sereno per Macron.

Fiamme e paura, cosa attendersi nei prossimi giorni?

La capitale francese è blindata: strade e stazioni della metropolitana sono state chiuse, sono state erette circa 44mila barriere, è stato creato un elaborato sistema di codici QR per i residenti e per chi vuole accedere al lungosenna e alle isole. Imponente il dispiegamento di Forze dell’Ordine e Armate, anche con supporto INTERPOL.

Alle 19.30 la fiamma olimpica sarà “realmente operativa” su Parigi, con l’avvio dei giochi della XXXIII Olimpiade, con cerimonia di apertura immersiva, lungo la Senna, con la presentazione delle varie delegazioni di atleti.

Il Presidente Macron ha fortemente premuto sull’organizzazione per avere un avvio dei giochi, per così dire, fuori dal comune, sfruttando a piene mani le naturali bellezze offerte dallo skyline parigino, tanto più da una visuale insolita, e d’impatto, com’è la via fluviale.

La sfilata interesserà la Senna per circa 6 km, dal ponte di Austerliz al Trocadéro (pressi della Torre Eiffel), con i team olimpici ospitati su battelli (Italia sfilerà con Israele e Giamaica).

Ma cosa sta succedendo nel frattempo?

Dalle fiamme della politica interna si passa a quelle realmente cocenti, che stanno lambendo interi territori della Francia.

Se l’aspetto politico interno potrebbe sembrare in standby, giustappunto in occasione dell’importante kermesse sportiva internazionale, lo stesso è invero particolarmente acceso.

In questo caso “le fiamme” sono state originate dalle consultazioni europee, quindi per il rinnovo del Parlamento comunitario, e della Commissione, divampando, poi, nelle anticipate elezioni nazionali. Siamo agli inizi di luglio, una calda estate che ha portato a frammentare il parterre parlamentare francese, con una vittoria di Mélanchone ma senza una sconfitta della Le Pen, e quindi con una parziale soddisfazione dello stesso Macron.

Dalle “fiamme” politiche a quelle del sabotaggio pro-olimpiade basta un attimo.

Se le piazze “incendiate” dalla politica interna avevano visto protagoniste formazioni di destra, nello scenario post-elettorale, oggi i rischi sono altri, e tutti legati alle contingenze geopolitiche del momento.

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Map of France showing the rail network and the location of arson attacks on high-speed lines on July 26. – AFP / AFP / VALENTIN RAKOVSKY

Dalle fiamme di Gaza e dell’Ucraina a quelle in Francia?

I timori di attentati durante manifestazioni di caratura internazionale sono sempre, e dovunque, molto elevati, per questo desta particolare interesse la serie di incendi che – nella giornata di oggi – ha paralizzato il traffico ferroviario francese: sabotate tre linee TGV.

L’Alta velocità, secondo fonti della sicurezza a “Le Parisien”, riconducono le modalità operative poste in essere a quelle in passato utilizzate dall’estrema sinistra, allo stato si privilegia la contestazione ambientalista.

Nel frattempo, nella mattinata, all’aeroporto di Mulhouse, un aereo di AirFrance è stato trattenuto in standby per la possibile presenza di una bomba. Si è reso necessario evacuare quello scalo.

Da un lato, senza il bisogno di dilungarsi troppo, azione dimostrative o veri attacchi, per l’ovvio impatto mediatico, e non solo, che potrebbero avere, data la naturale attenzione che i media hanno sulla kermesse stessa, gioverebbero di notevole cassa di risonanza; dall’altro – a maggior ragione durante questa particolare manifestazione – si aggiunge il “valore simbolico” che gli attacchi potrebbero avere.

In questo caso, il richiamare episodi che la storia ha già affrontato, ma non archiviato: il massacro della squadra olimpica israeliana a Monaco, nel 1972, durante quelle Olimpiadi.

In quell’occasione, 11 atleti israeliani furono trucidati dai terroristi palestinesi di “settembre nero”, e, considerando le ostilità nella Striscia di Gaza, una recrudescenza generalizzata di sentimenti antiebraici, la possibilità di colpi di mano è sufficientemente elevata, anche se fonti del Ministero dell’Interno Francese smentiscono criticità individuate (controllate già 1 mln di persone).

Della stessa opinione non è lo stato di Israele, che richiama possibili minacce dall’Iran che, tra l’altro, è stato anche indicato, dal Secret Service USA, come possibile “mandante” di un attentato ai danni di Donald Trump (vendetta, sul lungo periodo, per l’assassinio del Gen. Soleimani). Nel frattempo si registrano, ieri, 7 arresti, in Belgio, di soggetti legati a ISIS.

In questo contesto viene quindi meno quella “tregua olimpica” che, nella Grecia antica, rappresentava una sospensione delle ostilità, basti guardare su territorio europeo e scorgere il prosieguo delle attività sul fronte Ucraino.

Prescindendo dal supporto che Kiev ha ottenuto dalla NATO, a seguito del recente vertice in USA, è giusto di ieri la notizia di droni russi abbattuti e caduti sul territorio romeno, dopo aver colpito il porto di Izmail, significando che le possibilità di allargamento del conflitto sono sempre in essere, anche, e soprattutto, con modalità ibrida.