Villaggio Difesa, l’evento che mancava in Italia, è partito col botto – L’editoriale
C’è un anello che lega gli italiani allo “Stato” nella sua eccezione massima e in questo anello ci sono le donne e gli uomini in divisa che quotidianamente incrociamo. L’anello è costituito da una lega solida che ogni anno va forgiata anche attraverso gli eventi, i momenti solenni e le attestazioni di benemerenza ufficiali e ufficiose, come un buongiorno o un grazie, ad esempio, a coloro che lavorano per prevenire eventi o soccorrere in caso di necessità.
Chi ha pensato alla realizzazione di Villaggio Difesa ha fatto centro, in più target, con un colpo solo, usando il gergo militaresco. Dopo l’evento inaugurale, in poche ore, migliaia di persone avevano già varcato gli accessi dell’area espositiva per toccare con mano le articolazioni della struttura pubblica in divisa del nostro Paese. Circa 200 bambini avevano scalato la parete rocciosa grazie al supporto del 9°reggimento alpini; decine di ragazzi e adulti avevano appreso le nozioni di primo soccorso grazie alle unità sanitarie nei diversi stand; un indefinito numero di curiosi avevano frequentato i laboratori per i rilievi dattiloscopici; file non quantificabili erano in attesa per provare i simulatori di volo che abilitano coloro che dal cielo arrivano in soccorso.
Cittadini – Aziende – Difesa – Stato, un modello vincente presente già in molte altre nazioni ma che da noi mancava. L’occasione di scoprire come vengono investiti i soldi pubblici, come la ricerca scientifica passa dalle esigenze militari e si trasforma in soluzione per la società civile, come le sfide invisibili restano tali perché ci sono sentinelle vigili nei domini strategici.
Ma Villaggio Difesa significa anche reclutamento, rafforzamento degli ideali, dimostrazione di capacità industriale e fiducia verso le istituzioni. Un vero e proprio test di empowerment per l’Italia che, a quanto pare, sta rispondendo bene, visti i primi numeri. Nella serata di ieri giungeva però una domanda critica: perché chiude cosi presto? Molte persone volevano ancora intrattenersi e capire di più sui mezzi tattici esposti, sulle tecniche adottate per contrastare le ecomafie, su come i cani vengono addestrati per rinvenire esplosivi e molto altro ancora. Giustifichiamo il dispiacere perché è il primo anno e magari, per le future edizioni, si può pensare anche a “eventi inoltrati”.
Con questo evento la Difesa entra ufficialmente nel calendario dei grandi appuntamenti culturali attesi nel nostro Paese e lo fa attraverso la multidisciplinarietà adottata delle Forze Armate nei diversi settori di applicazione.
Tutto questo avviene mentre per i mari del mondo naviga la Vespucci con a bordo le eccellenze italiane per realizzare una delle più importanti operazioni di nation branding del nostro Paese.
Villaggio Difesa, l’evento che mancava in Italia
“Il 4 novembre è una data incisa nella nostra storia, che ci ricorda il sacrificio di centinaia di migliaia di persone per regalarci quella che è adesso l’Italia. È fondamentale ricordarsi di chi serve il Paese, non solo quando è morto. Noi ricordiamo in questi giorni le migliaia di persone che servono questo Paese ogni giorno, di nascosto. Ci sono migliaia di persone in Italia e all’estero che lavorano nelle stazioni dei carabinieri, della finanza, che lavorano per strade sicure. Che lavorano, magari spalando il fango, intervenendo in caso di calamità, proteggendo in silenzio la nostra sicurezza”.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, inaugurando il Villaggio Difesa al Circo Massimo che, fino al 4 novembre, ospiterà eventi e attività legate alle forze armate negli oltre 50 stand allestiti nell’area nel cuore di Roma.
“Il Villaggio Difesa serve a far vedere ai cittadini cosa siamo, non solo come Forze Armate, ma anche come tecnologia, come storia, come coraggio, come cuore. Serve a questo, serve a ricordarlo, a trasmetterlo, a costruire quella cultura della Difesa che non è un elemento negativo, è la parte di una nazione che vuole essere democratica e vuole difendere le proprie istituzioni, perché le Forze Armate sono l’unico, il principale presidio di libertà, di democrazia e di sopravvivenza delle istituzioni. E ce lo ricordano le guerre, perché la libertà e le istituzioni sono fragili e possono essere messe in discussione ogni giorno, perché la forza e la deterrenza sono il presupposto della pace e della libertà”.