“Villaggio difesa” è stato un evento che rappresenta la riscoperta delle FF.AA nella loro eccezione più bella: la vicinanza, la prossimità al cittadino, e non solo. Il 4 novembre è un giorno di festa collettiva anche se le protagoniste sono donne e uomini della difesa.
4 Novembre, una data ambivalente per un significato unico: Unità Nazionale
Menti semplici possono ipotizzare che questa sia una festività “clone” rispetto al 2 giugno, quindi ignorando totalmente sia il contesto che l’evoluzione stessa della storia del nostro Paese.
In realtà, sempre facendo riferimento alla successione degli avvenimenti, e quindi non badando tanto agli elementi a corollario, che poi sono ugualmente importanti, come i protagonisti, i punti di contatto e di discontinuità sono evidenti.
Con il 2 giugno vi è la nascita di un nuovo sistema politico, la Repubblica, il passaggio quindi da una Monarchia e sopratutto dalla fine del giogo nazi-fascista alla ritrovata libertà. Altra novità di rilievo? La partecipazione politica della donna, un passo in avanti per una reale rinascita dalle macerie di un conflitto dilaniante, anche per la società del tempo, i cui postumi irrisolti, talvolta, sono tutt’oggi presenti.
Il 4 Novembre rappresenta il passo immediatamente precedente.
La sintesi potrebbe essere letta nella storia del milite ignoto, potrebbe essere materialmente percepita recandosi lungo le rive del Piave, nei luoghi che hanno visto combattere quella che la storia ha definito la Prima Guerra Mondiale.
La Storia, già, per l’Italia era anche “qualcosa in più”: una quarta guerra d’indipendenza, ecco l’informazione che manca alle menti semplici di prima, l’analisi del contesto.
Oggi si celebra l’Unità nazionale che si è avuta grazie al sacrificio corale di un popolo che si riscopre unito, anche grazie alle Forze Armate.
Oggi la difesa si trova ad affrontare nuove sfide, in una società profondamente mutata e dalla geopolitica ancora più complessa. La competitività è ormai diventata di natura continentale, le scelte sono sempre più complicate, quindi il ripartire dai valori che sono alla base del nostro passato è il modo ideale per affrontare le sfide del futuro, certamente rielaborando il contesto, quella variabile talvolta dimenticata.