Gli investigatori della Missione conoscitiva indipendente delle Nazioni Unite sulla Libia (Ffm) stanno monitorando le segnalazioni di “bombardamenti indiscriminati” che hanno provocato la morte di civili e la distruzione di proprieta’ civili, incluse abitazioni e strutture mediche, nel corso degli scontri scoppiati a Tripoli il 27 agosto. Lo ha riferito la Missione stessa in una nota, in cui ha condannato l’uso della forza e di armi pesanti e “l’incapacita’ dei gruppi armati di adottare misure per salvaguardare i civili e le loro proprieta’ dalle conseguenze dei combattimenti”. Nella nota si fa riferimento a “combattimenti particolarmente pesanti tra diversi gruppi armati, che hanno provocato incendi indiscriminati in quartieri densamente popolati della capitale”. Secondo la Ffm, si tratta di violazioni che potrebbero costituire crimini da condannare a livello internazionale. Oltre a monitorare la situazione, la Missione ha fatto sapere che sta raccogliendo prove di violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario al fine di garantire che i responsabili di crimini internazionali siano portati davanti alla giustizia. Le parti coinvolte nelle ostilita’ a Tripoli sono poi state invitate a prevenire un’ulteriore escalation militare e a salvaguardare i diritti umani e il diritto internazionale, mentre le autorita’ sono state chiamate a utilizzare moderazione e ad impegnarsi in un dialogo teso a superare le divergenze e a facilitare “una transizione verso la pace, la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Libia”. Gli scontri scoppiati a Tripoli il 27 agosto hanno causato, secondo l’ultimo bilancio del ministero della Salute, 32 morti e 159 feriti. Ad affrontarsi vi sono state le milizie affiliate al premier del Governo di stabilita’ nazionale (Gsn) designato dal Parlamento di Tobruk, Fathi Bashagha, e quelle del rivale Abdulhamid Dabaiba, capo dell’esecutivo di unita’ nazionale (Gun) riconosciuto dalle Nazioni Unite.