Terrorismo liquido, ma sempre terrorismo è

Come anticipato ieri, il profilo dell’autore dell’attacco ai mercatini di Natale può aiutare a meglio definire l’atto stesso, e infatti sempre terrorismo è.

Terrorismo liquido? Perché?

L’attentatore di Magdeburgo è Taleb Al Abdulmohsen, ed è un medico specialista in psichiatria e psicoterapia, saudita.

Notizie dagli inquirenti, filtrati da fonti di stampa (Der Spiegel), portano a definirlo (o meglio, riportano che egli stesso si definiva) “il più aggressivo critico dell’Islam nella storia” arrivando anche a professarsi ateo.

Aveva deciso, Al Abdulmohsen, di chiedere asilo in Germania, sostenendo di temere di essere ucciso in Arabia Saudita per vie delle sue idee, arrivando anche a simpatizzare per AfD ed Elon Musk.

Profilo assolutamente complesso, da queste prime notizie che porta a due considerazioni:

  • il terrorismo islamico ha fatto scuola, il modus operandi e la prima origine dell’attentatore ha fatto protendere per una matrice jihadista, anche in funzione del target colpito (esperienza precedente con Anis Amri, e non solo, basti vedere anche i palestinesi);
  • Al Abdulmohsen, molto attivo online, ha covato una radicalizzazione di differente matrice, tipica invece dell’estrema destra, per fare una parallelo si ripensi (con mezzi, modalità ed effetti differenti) a Macerata, con Traini, oppure ad Utoya, con Breivik
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Ecco la “liquidità” del nemico di oggi.

Accanto a cani sciolti, che di fatto rappresentano quella incognita tipica del “rischio 0 non esiste”, auto indottrinatasi attraverso il web, che si richiamano a una guerra santa contro l’infedele, si ha un terrorismo oggi differente, che vi si affianca molto.

Questo è sempre “nato” attraverso il web e lì vi trova anche un naturale rinforzo (forum dedicati, social, canali telegram, per citarne alcuni), probabilmente figlio anche del periodo pandemico, dove il vivere sociale si era riversato interamente sui social, per ovvi motivi di contenzione generalizzata.

Qui tra teorie cospirazioniste e suprematiste, fake news di varia natura (tra politica, scienza ed economia) si insegue il mito dell’abbattimento di un “nemico”, possibile solo attraverso un uomo al comando (o l’adesione a un gruppo) che possa contrastare un “potere forte” (non meglio definibile, può trattarsi di un trust trasversale a tutti i settori sociali, ideale traslazione dell’effetto panopticon).

Si tratta realmente di una forma di violenza nata in frange di destra, o che comunque si richiamano a determinati schemi, e la Germania potrebbe non essere un caso, in forza anche dalle vicissitudini che oggi vive, con una strisciante crisi politica, che ne appanna (anche dal punto di vista economico) la figura di traino continentale, proprio mentre i profughi siriani (in funzione della caduta di Assad) vengono invitati a ritornare nella terra di Damasco.

Nel frattempo che il bilancio dei feriti sale (ultime stime ne vogliono almeno 200), Bild fa sapere che l’attentatore ha agito sotto effetto di stupefacenti e poco prima, su X (ex twitter) aveva accusato la Germania di voler islamizzare l’Europa.

Intanto, ma giusto per concludere, gli USA hanno eliminato la taglia pendente sulla testa di Al Jolani, la normalizzazione della Siria (forse) va avanti.

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