Dopo che i mercenari Wagner hanno dichiarato guerra al ministero della Difesa russo, le autorità di Mosca hanno cambiato il livello di sicurezza nazionale da ordinario a regime di “operazione antiterrorismo” (Cto) nelle regioni di Rostov-sul-Don e Voronezh, al confine ucraino, e nella regione della capitale russa.
Le dichiarazioni di Putin
“Oggi la Russia sta conducendo una dura lotta per il suo futuro, sta respingendo l’aggressione dei neonazisti e dei loro padroni: praticamente l’intera macchina militare, economica e informativa dell’Occidente è diretta contro di noi. Stiamo combattendo per la vita e la sicurezza del nostro popolo, per la nostra sovranità e indipendenza, per il diritto di essere e rimanere un paese unito. La Russia è uno Stato con una storia millenaria” – così Vladimir Putin nel suo discorso in cui commenta l’insurrezione dei miliziani del gruppo wagner guidati da Evgeny Prigozhin. “Le azioni che ci dividono sono un atto di tradimento del popolo, un colpo alla schiena del Paese e del popolo russo. Non permetteremo che accada di nuovo quel che è accaduto 1917 con i bolscevichi, proteggeremo sia il nostro popolo che la nostra statualità da qualsiasi minaccia”.
L’intelligence russa prende il controllo della nazione
Secondo la legge federale “Sulla lotta al terrorismo”, la decisione di introdurre il regime Cto viene presa esclusivamente dal capo dell’Fsb, Aleksander Bortnikov o da un altro ufficiale dell’intelligence su delega. Non è chiaro, in questo contesto, chi abbia preso tale decisione ma sarà lo stesso dirigente a guidare l’operazione per ripristinare la sicurezza e mantenere la stabilità, spiega il sito indipendente russo Meduza.
Cosa prevede la legge federale sulla lotta al terrorismo
Il regime Cto conferisce alle autorità ampi diritti e prevede diverse restrizioni per la popolazione: ai cittadini potranno essere chiesti i documenti e se non li hanno con se’, potranno essere portati in commissariato per l’identificazione; al’ingresso e all’uscita dalla zona Cto, le persone potranno essere perquisite; se necessario, le forze di sicurezza possono, a loro discrezione, “rimuovere persone da determinate aree del terreno e oggetti”, nonche’ rimorchiare auto; i servizi speciali avranno il diritto di ascoltare conversazioni telefoniche e leggere qualsiasi corrispondenza su Internet; gli impianti di produzione che utilizzano sostanze esplosive, radioattive, chimicamente e biologicamente pericolose possono essere temporaneamente chiusi; sul territorio della regione è possibile bloccare qualsiasi comunicazione, sia telefonica che tramite Internet; se necessario, le persone possono essere trasferite in “aree sicure”; i movimenti di persone e auto potrebbe essere vietato nella zona Cto; gli agenti dell’intelligence per la “lotta al terrorismo” potranno entrare in qualsiasi locale senza un ordine del tribunale; potra’ essere limitata la vendita di alcol. La decisione di porre fine al regime Cto dovra’ essere presa dallo stesso funzionario dei servizi che ha deciso di introdurlo.
Per farlo, le autorità, secondo la legge, devono eliminare “la minaccia alla vita, alla salute e alla proprietà dei cittadini”. Il regime antiterrorismo viene periodicamente introdotto in diverse regioni della Russia. L’ultima volta, il 22 maggio scorso, è stato annunciato nella regione di Belgorod dopo che i soldati della Legione della libertà di Russia e del Corpo dei volontari russi, formazioni armate che combattono dalla parte dell’Ucraina, hanno attraversato il confine. Il giorno successivo, il regime Cto è stata annullato. In Cecenia, il regime antiterrorismo è stato istituito da Boris Eltsin nel settembre 1999 e abolito dall’allora presidente Dmitri Medvedev quasi dieci anni dopo, il 16 aprile 2009.