Che in Italia, per le emergenze, bisogna chiamare il generale Francesco Paolo Figliuolo, lo sappiamo tutti. Anche questa volta, per l’evacuazione in Sudan, c’è stata la sua attenzione. A coordinare l’intera operazione però è stato un altro uomo, delegato da Figliuolo, che ha portato a termine il lavoro con esito positivo. Un uomo non abituato, per forma mentis, ai riflettori e ai “bravo” ma capace di lavorare a denti stretti e senza troppi clap. Ecco perché su questo portale abbiamo deciso di dedicare l’editoriale del 25 Aprile al Generale Giuseppe Faraglia, comandante del Italian Joint Force Headquarters che risponde alle direttive del Comando Operativo di Vertice Interforze.
Questo Comando, cammeo della Difesa italiana, è in grado di pianificare e condurre operazioni chirurgiche con alta flessibilità e proiezione in tutto il mondo. Ha alle dipendenze le élite delle élite che il nostro Paese vanta in termini di “incursori”.
Ma torniamo al Sudan, dove il “bollettino di guerra” a pochi giorni dall’inizio del conflitto è già drammatico, per ricordare che solo poche ore fa i nostri connazionali erano chiusi nella Sede diplomatica in attesa di essere liberati. Seppur i contatti diplomatici erano frequenti e propositivi, gli italiani erano dove gli eserciti combattevano e combattono con tutti i rischi che ne derivano.
Per protocollo il reparto designato a evacuare gli italiani, solo fino a pochi anni fa, era il 9 Reggimento d’Assalto Col Moschin che adesso è integrato, insieme ad altre Forze speciali, nel Comando Operazioni delle Forze Speciali. Il COFS è alimentato da questi reparti:
9° Reggimento d’Assalto paracadutisti “Col Moschin” (Esercito)
Gruppo Operativo Incursori (Marina Militare)
17° Stormo Incursori (Aeronautica Militare)
Gruppo Intervento Speciale – GIS (Carabinieri)
4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Ranger” (Esercito)
185° Reggimento Paracadutisti Ricognizione e Acquisizione Obiettivi “Folgore” (Esercito).
Ecco allora che per le specifiche esigenze l’ Italian Joint Force Headquarters IJFH attinge dal COFS per pianificare e raggiungere il target.
Per permettere che questo avvenga, nel migliore dei modi, c’è bisogno di uno che le operazioni le abbia fatte prima di dirigerle e allora chi meglio di un incursore già comandante di incursori?
Attualmente, come scrivevamo, il generale Giuseppe Faraglia comanda il IJFH ma gli anni trascorsi in prima linea, con assetto operativo, sono stati tanti: Somalia, Ruanda, Afghanistan, per citarne alcune.
Poi ci sono state le operazioni simili a quella vissuta nelle scorse ore e ricordiamo, ad esempio, l’Operazione Aquila Omnia che ha permesso a italiani, afghani e altri cittadini stranieri, di lasciare in sicurezza Kabul in preda ai Talebani. Anche lì, nel caos umano, a comandare la Joint Force Kabul c’era lui, Giuseppe Faraglia.
Quante vite avrà salvato questo militare? Quante famiglie avranno pianto e sperato volando sui cieli dell’Italia? Quante difficoltà avrà vissuto quest’uomo? Ecco allora la migliore testimonianza di incursore è Uomo dello Stato. Un uomo che rappresenta i suoi uomini, i suoi soldati, quelli che troppe volte non vediamo in volto e che troppe volte ci dimentichiamo di ringraziare.
Grazie generale Giuseppe Faraglia e grazie agli uomini delle Forze speciali che il 25 Aprile lo festeggiano con la consapevolezza di aver salvato altre vite.