“Gli esperti di settore ci segnalano la crescente criticità rappresentata dalle piattaforme di criptofonia, e questa è l’emergenza investigativa di questi ultimi mesi. Sono sistemi in grado di garantire le comunicazioni eludendo le intercettazioni ordinarie. In pratica privati a livello internazionale vendono pacchetti con telefoni che dialogano tra di loro e che sono criptati, per cui l’intercettazione è difficile. Gli olandesi hanno fatto passi avanti, in collaborazione anche con il Ros, ma in questo settore siamo un po’ in ritardo in Italia”.
Lo ha segnalato il comandante dell’Arma dei Carabinieri, il generale Teo Luzi, in un’audizione alla Commissione Difesa della Camera. Luzi ha spiegato che:
“l’Ufficio di coordinamento delle Forze di polizia del ministero dell’Interno ha attivato un gruppo di lavoro interforze per superare l’attuale gap, che è anche un gap legislativo, e non consente di inibire o di intercettare i flussi di comunicazione sulle piattaforme sospettate di favorire traffici illeciti. Le criticità tecniche e giuridiche si acuiranno con l’affermazione del metaverso – ha sottolineato Luzi -. Se fino ad oggi l’obiettivo dell’investigatore era l’irruzione in un covo durante una riunione tra criminali, domani dovremmo iniziare a immaginare come fare questa irruzione in un metaverso, il cosiddetto summit digitale“.
“Per affrontare questa sfida resta, ad oggi, insoluto il tema della qualificazione delle risorse umane. E questo è un grande tema: le scuole italiane producono pochi tecnici informatici e pochi laureati e quelli che ci sono tendono ad andare sul privato”, ha osservato: servono tecnici che l’Italia non ha.”
Luzi ha anche fatto cenno al tentativo di attacco informatico registrato il 22 febbraio al sito dell’Arma:
“Le misure di prevenzione tempestivamente attivate hanno determinato la temporanea interruzione dell’accesso al sito. In ogni caso, nessun sistema è stato danneggiato e nessun dato sensibile è stato sottratto”.