Se ci fosse il premio “generale dell’anno” allora questo andrebbe indubbiamente al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Luca Goretti. I cento anni dell’Arma azzurra sono stati l’occasione per scoprire la passione che quest’uomo ha dedicato alla sua Istituzione. Una passione forte che si è concretizzata con la realizzazione di un evento lungo un anno e che sta regalando agli italiani una bellissima immagine della nostra aviazione militare. Sempre composto seppur emozionato, non ha mai perso l’equilibrio neanche dinanzi alle provocazioni di giornalisti che titolavano “papà ma l’aereo spara?”. Ebbene sì – rispondiamo noi – l’aereo spara.
“L’aereo spara ma lo fa dove ci sono cellule terroristiche. Ma gli aerei, figlio mio, quelli della nostra aviazione, sono serviti a portare gli Afghani in Italia quando c’è stata l’evacuazione da Kabul; sono serviti a portare gli aiuti nelle aree della Turchia e della Siria colpite dal sisma; servono, tutti i giorni, a trasportare persone in pericolo di vita grazie ai voli sanitari di emergenza. Senza contare tutti i soccorsi in mare, in montagna e ovunque ci sia la possibilità di arrivare dal cielo”.
Ecco, Luca Goretti forse avrebbe risposto in questo modo alle sterili provocazioni che hanno solo il gusto dell’insignificante rispetto all’altissima capacità della nostra Aeronautica militare che, grazie alla sua innovativa flotta, anche sotto l’aspetto degli armamenti, riesce a garantire standard altissimi e una deterrenza, a livello internazionale, che ci rende competitivi. Oggigiorno, infatti, i top gun italiani sono tra i migliori al mondo e i progetti sui nuovi vettori aerei ci mettono ai primissimi posti nel settore dell’industria militare.
Intanto in tutta Italia è esplosa la passione intorno agli avieri e questa è la migliore risposta al sacrificio di tutti i militari che da un secolo indossano i fregi e le mostrine con le ali.