È polemica a Novara per la presenza di un mezzo blindato dell’esercito, un piccolo carro armato in dotazione alla brigata corazzata Centauro è stato posizionato insieme ad altre attrezzature militari del reggimento Nizza Cavalleria in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni dell’Associazione Nazionale Alpini di Novara.
Parlando con l’AGI, don Renato Sacco, parroco di Cesara sul lago d’Orta e coordinatore nazionale di Pax Christi, figura di riferimento a livello nazionale del mondo pacifista, si domanda “chi ha voluto mettere il ‘cappello’ della guerra sulla festa degli Alpini? Non era meglio mettere qualche grande foto della solidarietà degli alpini in occasioni di terremoti, alluvioni o altro?”.
Dal canto suo l’amministrazione comunale di centrodestra, che ha patrocinato l’iniziativa, per bocca dell’assessore alla sicurezza Raffaele Lanzo, respinge le polemiche. “Premesso che noi siamo assolutamente contro tutte le guerre – dice all’AGI Lanzo – e che comunque rispettiamo le opinioni di tutti, riteniamo che non ci sia motivo per creare un caso. Anche questa mattina c’erano moltissime famiglie con bambini in coda per salire sul mezzo. La gente sta mostrando molto entusiasmo per la vicinanza dell’esercito. Del resto seguendo il filo del ragionamento di chi protesta, per il fatto che in Ucraina c’è la guerra, dovremmo togliere le pistole agli agenti di polizia.”
A muovere le proteste è anche Erminio Mancin dei Giovani Democratici di Novara che su Facebook scrive “Ieri, per le strade del centro di #novara si sono festeggiati i 100 anni dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini). Perciò le vie del centro storico sono state allestite con degli oggetti che richiamano il mondo degli Alpini. Ma la cosa che ha catturato subito l’attenzione dei passanti è stata la presenza di un carro armato in piazza Duomo. Secondo il mio punto di vista, SOPRATTUTTO IN QUESTO PERIODO STORICO, non era il caso di esporre tale oggetto. Ricordiamoci che a circa mille chilometri, da otto mesi, si sta combattendo la guerra Russia – Ucraina e che noi novaresi, giustamente, abbiamo accolto dei rifugiati ucraini.”