Cortei, scioperi, 18 agenti feriti, bombe e p38, bentornato 68

Cortei, scioperi, 18 agenti feriti, bombe e p38, bentornato 68

A Torino il caos è tornato a regnare come negli anni più bui del nostro Paese. A farne le spese, come sempre, 18 uomini dello Stato feriti e trasportati in ospedale. Incendiati fantocci e imbrattati di rosso sangue i manifesti con i volti dei politici. Tutto ciò è inaccettabile!

Cortei e scontri in tutta Italia
Cortei e scontri in tutta Italia

Milano

Alcuni manifestanti del corteo ‘No Meloni Day’, vestiti con tute bianche e mascherati, hanno lanciato palloncini pieni di vernice rossa contro la facciata del supermercato Carrefour di via Visconti di Morrone, in centro a Milano. Il titolare del negozio, Andrea Palermo, è corso fuori cercando di fronteggiare i responsabili, ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine. ”Ogni volta è la stessa storia. Oggi il motorino, l’anno scorso la macchina” ha detto Palermo.

Torino

Un fantoccio sormontato dalla fotografia del ministro alla pubblica istruzione Giuseppe Valditara è stato dato alle fiamme stamani a Torino nel corso di un corteo Pro Pal. “Gli studenti non lo vogliono”, ha detto uno speaker. In precedenza alcuni dimostranti erano saliti sul basamento della statua intitolata a Vittorio Emanuele II tracciando la scritta “Free Palestine” e accendendo fumogeni. Davanti all’ufficio scolastico regionale sono state tirate delle uova contro le forze dell’ordine schierate. 

Genova

Manifestazione studentesca stamane contro le politiche del governo di Giorgia Meloni, organizzate dai collettivi Osa e Cambiare Rotta. In piazza anche le due studentesse che si erano incatenate nell’atrio dell’Università di Genova per chiedere all’ateneo di aprire un centro antiviolenza. “No Meloni Day – contro guerra, repressione e sfruttamento” e “No Ddl 1660”, sono i due striscioni srotolati alla testa del corteo, partito da piazza Corvetto e che sta attraversando la città. In piazza un centinaio di studenti. Non mancano bandiere della Palestina e cori contro il sionismo e per la pace.

“Basta soldi per la guerra: finanziate l’istruzione”, gridano i manifestanti. Gli studenti hanno mostrato le foto della premier Meloni, dei ministri Matteo Salvini e Valditara e dell’ex premier Matteo Renzi con una manata di vernice rossa sul volto, per ricordare gli studenti morti durante l’alternanza scuola lavoro. Tra loro, Lorenzo Parelli, 18enne morto nel gennaio 2022. Il corteo si è fermato davanti alla sede di Confindustria Genova al grido di “Pcto, pagherete caro, pagherete tutto”, contro i percorsi di alternanza scuola lavoro. I manifestanti concluderanno il corteo in piazza De Ferrari. 

Roma

Azione simbolica contro il ddl sicurezza durante la manifestazione studentesca a Roma. Mentre il corteo stazionava su ponte Sublicio, alcuni manifestanti hanno lanciato delle manette e della vernice rossa per terra, verso il cordone di polizia schierato su Porto di Ripa Grande. Altri dimostranti, con le manette ai polsi e indossando cartelli che recitano “Stop repressione subito”, “Arrestateci tutti” e “No ddl 1660”, si sono disposti davanti ai poliziotti con le mani alzate.

Cagliari

Studenti in piazza anche a Cagliari per lo sciopero nazionale organizzato dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. La protesta contro le politiche del governo sull’istruzione, ma anche contro le guerre. Molte classi vuote e ragazzi in corteo da piazza Gramsci fino al palazzo della Regione in viale Trento. Cori e striscioni: “Vogliamo potere”, “Contro guerra e repressione fermiamo il governo”. La marcia è partita dopo le 10, poi su verso piazza Yenne e quindi ultima tappa sino alla Regione.

“Siamo in piazza per far valere il nostro diritto allo studio, per combattere il fascismo e la cultura militare nelle scuole, e per essere liberi da tutte le dinamiche tossiche che affliggono la nostra scuola. – spiega Michele Tatti,. coordinatore Uds di Cagliari – Vogliamo quindi essere liberi di scegliere per il nostro futuro. Vogliamo una scuola nuova, impegnata nella cura e nella valorizzazione degli studenti, libera dalle strutture verticali che escludono gli studenti”.

Attenzione anche a quello che succede in Medio Oriente. “Gli studenti sono al fianco del popolo palestinese – chiarisce Elisabetta, militante Fgc di Cagliari e responsabile del settore scuola – Da oltre un anno Israele sta portando avanti un vero e proprio massacro che ha già causato più di 40.000 morti, di cui la maggior parte sono donne e bambini e che ora rischia di trascinare tutto il Medio Oriente in un’escalation bellica senza fine. Il governo Meloni è complice di tutto questo. Dalle scuole abbiamo deciso di dare una risposta forte e compatta contro il governo della guerra: fermiamo il genocidio”.

Poi i problemi della scuola: “L’obiettivo della riforma Valditara – denuncia la studentessa – è quello di piegare sempre di più l’istruzione pubblica agli interessi delle aziende. Inoltre, con il continuo aumento degli accordi tra ministero dell’Istruzione, aziende belliche e ministero della Difesa, la guerra viene portata direttamente nelle scuole. È inaccettabile che gli studenti vengano mandati a svolgere i propri percorsi di stage nelle basi militari e nelle aziende che producono le stesse armi con cui viene portato avanti il genocidio. Contro la riforma dell’istruzione voluta dal governo Meloni, contro il coinvolgimento italiano nella guerra imperialista, in solidarietà al popolo palestinese: diciamo basta alla scuola della guerra e dei padroni”.

Bologna

 “Avete le mani sporche di sangue, perché fomentate guerre e un genocidio?”. “Il progetto di alternanza scuola-lavoro manda al macello gli studenti”. Così gli studenti in corteo a Bologna per il “No Meloni Day”, davanti alla sede della Cgil di via Marconi, si sono fermati per imbrattare con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Giorgia Meloni e dei ministri Annamaria Bernini e Giuseppe Valditara. Il gesto richiama i manifesti imbrattati di sabato. Gli studenti poi, sulla stessa via, hanno lanciato uova sulla facciata della sede di una banca. 

Cosenza

Mobilitazione anche a Cosenza di studenti, docenti e personale educativo in occasione dello sciopero nazionale della scuola. Circa 200 giovani hanno manifestato in piazza Kennedy contro le attuali condizioni del sistema educativo italiano e per denunciare il progressivo abbandono del settore educativo, con tagli ai fondi, carenza di strutture adeguate e mancata valorizzazione del personale scolastico. La richiesta unanime è quella di un maggiore investimento nella formazione, considerata la base per il futuro del Paese.

I ragazzi hanno portato un ulteriore appello: la fine del coinvolgimento italiano in conflitti internazionali. I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta “Soldi alla scuola e non alla guerra. Palestina libera”. Il corteo, che si è dispiegato su via Montesanto provocando un’interruzione del traffico e disagi alla circolazione, si è concluso in piazza 15 Marzo dinanzi la sede della Provincia cosentina, dove una delegazione di studenti ha incontrato il delegato all’edilizia scolastica.

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Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP
Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP

Agenti al macello, ira del SAP

“Quanto accaduto oggi a Torino è un fatto gravissimo e sintomatico dell’innalzamento non solo del livello di tensione ma anche dell’aggressività di questi professionisti del disordine”. Lo ha affermato il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, dopo che 18 poliziotti sono stati trasportati in ospedale a causa dell’esplosione di un fumogeno urticante nel corso del corteo nel capoluogo piemontese per il ‘No Meloni Day’.

“Stiamo assistendo – ha aggiunto Paoloni – a un’escalation pericolosa che può condurre solo a conseguenze più gravi se non saranno prese immediatamente contromisure e se la condanna nei confronti dei violenti non sarà unanime. Chi ha istigato alla rivolta sociale e tutti coloro per i quali la colpa è sempre di qualcun altro facciano una seria riflessione perché sono corresponsabili di questi gravi episodi”.

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