Il Ministro della Difesa Guido Crosetto parla a Rete 4, a Quarta Repubblica e descrive lo scenario geopolitico in atto e la crisi in atto nel Mar Rosso
“Quello attuale è il periodo più pericoloso dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi”.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ieri sera ospite di Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico di Mediaset.
“Il mondo sembra impazzito – ha affermato Crosetto – il mio compito è preparare il Paese rispetto agli scenari peggiori. Non c’è mai stata una somma così di guerre aperte che in qualche modo hanno un influenza su di noi e che ci toccano da vicino, quindi la guerra in Ucraina, poi nella Striscia di Gaza, di Israele contro Hamas in questo momento, quella del Mar Rosso, ha detto ancora Crosetto.
Un mondo che sembra impazzito. E quindi fare il ministro della Difesa significa preoccuparsi ipotizzando tutti gli scenari possibili compresi quelli peggiori. E’ importante evidenziare che nel Mar Rosso passi il 45% dei traffici commerciali che interessano l’Italia. Nel Mar Rosso abbiamo distaccato una nave militare che era già in zona, c’era già un’operazione europea e internazionale antipirateria.
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno capito che gli Houthi non attaccano tutte le navi, non attaccano le navi cinesi o russe: il che a lunga scadenza rafforzerebbe le compagnie cinesi e russe, è una doppia guerra, una guerra ibrida combattuta sull’economia”.
La crisi in atto nel Mar Rosso
“L’Italia ha programmato di mantenere una nave nell’area del Mar Rosso almeno fino al prossimo anno. Siamo la nazione che ha probabilmente più interesse nell’area. Abbiamo fatto l’unica cosa che potevamo fare in questo periodo: abbiamo offerto sostegno al popolo palestinese, fin dal primo giorno, con aiuti umanitari e sanitari. Fin dal primo giorno abbiamo difeso che qualsiasi Stato deve comportarsi secondo il diritto internazionale”, ha affermato il Ministro.
“Difendiamo la risoluzione Onu che prevede due popoli e due Stati. l’Italia si è comportata da alleata di Israele, comprendendo che Israele doveva difendersi da Hamas. Poi, sulla sospensione dei finanziamenti all’Unrwa, bisognava dare un segnale, nessuno di noi può pensare che l’Onu annoveri dei terroristi.
Nell’area di crisi abbiamo mandato una nave militare, abbiamo appena fatto atterrare undici bambini palestinesi per farli curare in Italia e presto arriveremo a cento, ci siamo mossi per portare aiuti umanitari e sanitari attraverso le nostre forze armate e lo abbiamo fatto senza che nessuno lo chiedesse, dal primo giorno abbiamo difeso la risoluzione Onu che prevede due popoli e due Stati anche andando contro Netanyahu: un paese democratico deve riconoscere le regole del diritto internazionale e quindi i danni collaterali non potevano essere 25mila morti.
Ci siamo comportati da alleati di Israele, comprendendo che dovesse rispondere al folle attacco organizzato da Hamas ma distinguendo l’organizzazione terroristica di Hamas dal popolo palestinese”.