“Vorrei non dover usare questa risoluzione di oggi. Vorrei non dover preparare un nono o un decimo pacchetto, vorrei che l’ultimo fatto fosse l’ultimo”
Nella seduta di mercoledì 10 gennaio ha avuto luogo la discussione sulle comunicazioni del Ministro della Difesa Guido Crosetto in materia di proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, in relazione alle quali la Camera ha approvato le risoluzioni Foti, Molinari, Barelli e Lupi n. 6-00079, Braga ed altri n. 6-00080 e Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 6-00082; mentre ha respinto le risoluzioni Pellegrini ed altri n. 6-00081 e Zanella ed altri n. 6-00083.
Le parole di Guido Crosetto alla Camera
“Allo stato attuale, pensiamo di fornire all’Ucraina sistemi d’arma già in nostro possesso, in linea con l’attuale quadro normativo. Posso confermare che anche questo pacchetto è costituito da sistemi d’arma volti a rafforzare solo le capacità difensive dell’Ucraina. Qualcuno dice che bisogna sospendere la fornitura di armi, ma chi dice questo vuole la resa dell’Ucraina e non possiamo accettarlo.
Noi diciamo sì al mantenimento degli impegni in tutte le sedi. Appare importante l’identificazione di mezzi e materiali-sistemi d’arma disponibili nell’immediato che possano essere rilevanti all’interno della coalizione per lo sviluppo delle forze dell’ Ucraina e per le quali sussiste un’adeguata capacità produttiva senza andare a detrimento dei programmi di acquisizione della difesa italiana.
Al tempo stesso si dovranno valutare attentamente meccanismi di finanziamento di queste iniziative che, al netto delle possibili parziali risorse ottenibili tramite ristori da fonti Ue, non potranno ricadere sulle ordinarie assegnazioni destinate alla difesa italiana. Allo stato attuale pensiamo di fornire sistemi d’arma già in nostro possesso in linea con l’attuale quadro normativo. In futuro non possiamo escludere la necessità di svolgere una più efficace ruolo nazionale all’interno di queste coalizioni, realizzando – ove ve ne sia la volontà politica – gli strumenti normativi ad hoc.
Purtroppo la controffensiva estiva dell’Ucraina non ha dato i risultati sperati e l’esercito di Kiev sta affrontando un nuovo inverno di guerra. Il 2024 sarà un anno cruciale del conflitto tra Ucraina e Russia e l’Italia, recependo tutte le risoluzioni del parlamento in merito, supporta dall’inizio e con determinazione ogni azione per favorire l’apertura di un confronto diplomatico e arrivare quanto prima a una soluzione negoziale che non sia disgiunta da una pace giusta e senza che ciò venga erroneamente interpretato come una volontà di disimpegnarsi dal nostro sostegno al fianco dell’Ucraina, che resta forte.
L’Italia ha scelto di difendere non solo un Paese, ma il diritto internazionale, i principi, le regole democratiche che si è data la comunità delle nazioni libere. Se accettiamo che nel mondo prevalga la regola del più forte, se il consesso dei Paesi si piega e si gira dall’altra parte per convenienza o per continuare a fare affari, finiremo con il perdere spazi di democrazia, di libertà, di sicurezza.
Le dichiarazioni di diversi interlocutori da parte russa evidenziano una lenta e progressiva maturazione di una disponibilità al dialogo, lasciando intravedere l’ipotesi di ripristinare rapporti e consessi che in passato hanno agito con efficacia per prevenire o risolvere crisi e tensioni internazionali”.
La situazione nel Mar Rosso
“Perché l’Italia non ha aderito formalmente al dispositivo della Prosperity Guardian, l’alleanza militare avviata dagli Stati Uniti per proteggere le navi nel Mar Rosso? Perché c’è la Costituzione e le leggi secondo cui una nuova missione internazionale ha bisogno dell’approvazione del Parlamento, di un finanziamento a parte.
La Difesa italiana non è come quella inglese o americana. Se decideremo di farlo sarà una decisione che passerà per il Cdm, viene votata dalle Camere, non è una scelta personale. Vedremo quale sarà l’evoluzione nel Mar Rosso, io sono stato il primo a lanciare l’allarme sul Mar Rosso, è un problema enorme ed è una conseguenza di altri focolai. Non vorrei aprire un terzo fronte di guerra in questo momento. Vorrei raggiungere la sicurezza del passaggio nel Mar Rosso senza l’apertura di un ulteriore fronte“.