Esercito Italiano. Il ministro Crosetto illustra la strategia che cambierà il volto della Forza Armata.
Guido Crosetto parla ai parlamentari, è diretto, chiaro: il 2% richiesto dalla NATO non è il tetto ma la base di investimento minimo su cui ridisegnare l’assetto militare italiano.
Dopo aver concordato i parametri del Pil lavoreremo alla rimodulazione delle forze garantendo una riserva di militari facilmente impiegabile in aree di crisi. Non è tollerabile avere l’Esercito Italiano, il prestigioso Esercito italiano, con diverse criticità.
La guerra in Ucraina è lo scenario tipo che ci obbliga a rendere la Forza Armata più performante e dinamica.
Crosetto guarda al modello israeliano che attiva in caso di crisi una riserva di professionisti pronti a essere impiegati.
Questo consentirebbe una migliore gestione delle risorse umane ed economiche. Anche altri paesi hanno lo stesso modello organizzativo e l’Italia potrebbe, a breve, essere come uno di questi.
Crosetto parla anche dello stato di salute dell’Aeronautica e della Marina e non esprime preoccupazione come per l’Esercito che, attualmente, evidenzia problemi legati alla componente meccanizzata.
Servono soldi e una ristrutturazione seria poiché il parco mezzi è da rifare tutto. Molti cingolati sono stati cannibalizzati, altri risalgono al secolo scorso e con le crisi internazionali in corso e le minacce costanti, non ci si può permettere di pensare, come un tempo, a ridurre i contingenti e diminuire le spese per la Difesa.
A circa 2400 km da Roma, poco più di 25 ore di guida, ci sono bombardamenti costanti sulle città dell’Ucraina, come si può pensare, quindi, solo a missioni di peacekeeping?
Crosetto a ben in mente la strategia e risponde punto punto a Matteo Richetti senza batter ciglio.
Attualmente solo un terzo dell’Esercito è sotto i 30 anni e questo è inammissibile per un’infrastruttura strategica che si basa su alte capacità fisiche.
Bisogna guardare alle organizzazioni estere dove pubblico e privato operano in sinergia, dove vi è il supporto di società che lavorano per garantire protezione al Paese e contribuiscono a formare i professionisti delle sfide ibride.
Crosetto parla anche dei nuovi profili ricercati e sottolinea che il settore pubblico ha difficoltà a reclutare professionisti del settore cyber, ad esempio, poiché le aziende pagano di più e garantiscono benefit lontani anni luce dal sistema pubblico italiano.
La NATO vuole che l’Italia abbia almeno tre brigate pronte a essere schierate ma nella condizione attuale le difficoltà di impiego, nonostante gli sforzi, sono tante. Ecco allora l’esigenza di avere una “struttura strategica latente” come c’è in Svizzera, capace di dispiegare il doppio delle unità italiane in pochi giorni, esattamente come accaduto in Israele dopo l’attacco di Hamas.
Esiste in Italia una organizzazione simile ma è solo per le forze di polizia e riguarda esclusivamente le finalità di ordine pubblico.
Crosetto apre a una sinergia con la componente parlamentare per guidare il cambiamento nell’interesse del Paese e dell’Alleanza atlantica
Guido Crosetto
Il 14 novembre e 2012, è stato insignito con la Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana.
Nel dicembre 2012, ha fondato insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa Fratelli d’Italia, ed ha ricoperto l’incarico di Coordinatore Nazionale fino al 2014.
Nel 2014 è stato nominato presidente dell’AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.
Nel 2018 è stato eletto Deputato nella XVIII Legislatura nelle file di Fratelli d’Italia, ed è nominato componente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Si dimetterà da Deputato il 13 marzo del 2019 e contestualmente da Coordinatore Nazionale di Fratelli d’Italia.
È Ministro della Difesa dal 22 ottobre 2022 e contestualmente è stato nominato Cancelliere e Tesoriere dell’Ordine Militare d’Italia.