Roberto Vannacci, appena promosso, è sempre più leader politico
Il generale Roberto Vannacci da oggi è a Roma dove riveste l’incarico di capo di stato maggiore del Comfoter, il comando delle forze operative terrestri per l’area Esercito.
“Nell’esercito italiano è un ruolo importante, prestigiosissimo”
afferma nell’intervista rilasciata al giornale torinese.
Vannacci è sempre più leader politico in divisa che rompe gli equilibri e lo fa con metodo e strategia. Nelle scorse ore fonti della Difesa dichiaravano che non si tratta di alcuna promozione ma di un incarico in linea col suo grado.
A via XX Settembre si vocifera che lo hanno parcheggiato poiché Vannacci non avrebbe autonomie con questo nuovo ruolo e risponderebbe al vice comandante delle Forze Operative Terrestri/ Comando Esercito e quindi non la parte apicale interforze.
Lo stesso Guido Crosetto ha attenuato la bagarre politica parlando di “strumentalizzazione e di un procedimento disciplinare interno ancora in corso di valutazione.”
Ma Vannacci tira dritto e addirittura pensa a un secondo lavoro editoriale. Riempie le sale quando arriva per presentare il suo libro e fa parlare di sé su giornali e in Tv. Anche la rete lo acclama e nascono ogni giorno gruppi pro Vannacci. Un vero e proprio tsunami.
L’intervista a la Stampa
Quello di Giulia Cecchettin “non mi piace chiamarlo femminicidio. Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso? Quindi l’assassinio di un tabacchino lo chiameremo commercianticidio? C’è in qualsiasi omicidio una matrice precisa”.
Così il generale Roberto Vannacci in una intervista alla Stampa.
“Si parla da anni di femminicidi, eppure le donne continuano a venire uccise. Mi sembra più importante evidenziare che siamo tutti uguali davanti alla violenza. Il paradosso, sostiene il generale, è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne.
Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi. Abolendo le punizioni.
Se un ragazzo non studia, lo mandi a lavorare invece di fare ricorso al Tar contro i professori che gli mettono 4. Uomini e donne si ammazzano perché perdono il lavoro; ragazze e ragazzi si suicidano perché vengono bocciati. Il punto non è che i maschi vogliono possedere una donna: è che dipendono da lei. Se perdi una compagna, non ne cerchi un’altra ma ti ammazzi. Se perdi un lavoro, non t’industri per cercarne uno: aspetti il reddito di cittadinanza”.
Scenderebbe in piazza con le sue figlie contro la violenza sulle donne?
“No, ma possono andarci da sole, se vogliono”.