Il 5 maggio ricorre la giornata nazionale per la lotta alla pedofilia e la pedopornografia, istituita con l. 4 maggio 2009, n. 41.
Importante è l’azione portata avanti dalle articolazioni della Polizia Postale, particolare comparto specialistico della Polizia di Stato che, per l’occasione, ha redatto un report sulle attività realizzate nell’ultimo anno (2023).
Pedopornografia, il Dossier e i numeri del fenomeno
Possibile comprendere, già dalla lettura della prefazione, a cura del Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, una efficace sintesi dell’attività espletata dal comparto da lui, a contrasto della pedofilia e la pedopornografia.
“[…] Quotidianamente, i nostri operatori, unitamente ai collaterali organi di Polizia esteri, si adoperano per
identificare i responsabili e le loro vittime e per assicurare che nell’ambiente digitale possano essere
garantiti luoghi di crescita sana e positiva per tutti i cittadini e riaffermando il diritto per i minori di
scoprire il web senza temere insidie nascoste. Il contrasto internazionale alla pedofilia e
pedopornografia online è un valore aggiunto nella lotta a questi crimini odiosi, che consente alle
polizie di tutto il mondo di operare in sinergia […]”
Impressionano i numeri dell’attività svolta, con operazioni in crescendo rispetto al precedente anno:
Nel 2023 sono stati analizzati complessivamente 28.355 siti, di cui 2.739 inseriti in black list (inibendone accesso alla comunità virtuale);
1.131 persone individuate e denunciate per reati connessi al mondo pedopornografico;
353 i casi di adescamento online seguiti;
137 i casi di sextortion investigati.
Anche ACN, l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, in occasione della particolare giornata, per il tramite della Vice Direttrice Generale, Nunzia Ciardi, conferma l’impegno a supporto del mondo istituzionale e privato nella tutela dei minori e dei bambini da questi “fenomeni ripugnanti e pericolosi“.
Infatti, a corredo dei numeri prima citati, si legge la preoccupazione degli operatori, considerando che i fatti indagati coinvolgono sempre più i preadolescenti: minori con età compresa tra i 10 e i 13 anni, cui si affianca una considerevole leggerezza nell’utilizzo della tecnologia: alle sextortion bisogna affiancare anche gli step precedenti, quindi il sexting.