All’interno di due container frigo carichi di banane, partiti un mese prima da uno scalo portuale ecuadoregno e arrivati al porto di Livorno, c’erano anche 208 chili di cocaina purissima. E’ quanto scoperto dai funzionari del reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane e dai militari della Guardia di Finanza nell’ambito di controlli congiunti, diretti dalla procura della città toscana. Sul mercato dello spaccio la sostanza sequestrata, già distrutta all’inceneritore di Arezzo, avrebbe fruttato oltre 60 milioni di euro. Per cercare di ingannare le attività ispettive i narcos, si spiega dagli investigatori in una nota, avrebbero “utilizzato il metodo della spedizione a ‘grappolo’, ossia ‘contaminare’ più contenitori da caricare sulla stessa nave, in modo da aumentare le probabilità di successo, anche nel caso di scoperta, ritenendo che i controlli doganali si focalizzassero solo su un primo rinvenimento, ma così non è stato grazie all’esperienza e alla meticolosità degli approfondimenti svolti”. La droga sequestrata era stata divisa “in 180 panetti imballati mediante nastro isolante e avvolti da uno strato di piombo, inutile escamotage utilizzato dai narcos per meglio preservare la droga ed eludere i controlli tecnici”.