La Procura di Reggio Emilia pone ai domiciliari un imprenditore del settore rifiuti: avrebbe corrotto ufficiali in cambio di appalti
Ai domiciliari un imprenditore attivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti, con sede legale a Bibbiano.
Le indagini della Gdf hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre pezzi grossi dell’Agenzia Industrie Difesa, ente di diritto pubblico vigilato dal Ministero di via XX Settembre.
Lo riporta il quotidiano “La Verità”, in un’inchiesta firmata da Giacomo Amadori e Fabio Amendolara.
I tre sono stati interdetti per un periodo che va dagli 8 ai 12 mesi.
Si tratta di personaggi di alto livello dell’AID. Un generale dell’Esercito e ingegnere friulano, ufficiale coordinatore unità produttive del munizionamento presso lo stabilimento AID di Noceto, in provincia di Parma.
Un colonnello torinese, direttore dal 2020 al 2023 dello stabilimento militare ripristini e recupero dello stabilimento di Noceto.
I due indagati, insieme a un terzo avrebbero ricevuto dal titolare dell’attività denaro e altre utilità sia per il ruolo ricoperto che per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio.
Tra gli indagati figura poi anche un ammiraglio romano in pensione. Questi, riporta il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, avrebbe aiutato l’imprenditore nell’organizzazione di incontri tra prostitute d’alto bordo e manager pubblici e privati, politici e imprenditori.
Al titolare dell’azienda di smaltimento rifiuti viene contestato anche il favoreggiamento della prostituzione: avrebbe messo a disposizione dei datori di commesse quattro ragazze straniere.
Secondo le indagini della Procura, diretta da Gaetano Paci, i tre di Agenzia Industrie Difesa avrebbero ricevuto regali di ogni tipo: buoni carburante, biglietti per lo stadio, escort e champagne, pranzi, notti in hotel con Spa, denaro.
In cambio, l’imprenditore avrebbe ricevuto per la sua ditta affidamenti diretti del valore di almeno 650mila euro, tra maggio 2023 e gennaio 2024 (ma sono incorso accertamenti su commesse più datate).
Uno dei tre si sarebbe adoperato concretamente perché l’impresa subentrasse direttamente nel contratto in essere tra AID e un’altra società, per la demilitarizzazione dei missili Aster e di smaltimento di bombe al fosforo bianco.