Purtroppo c’è anche un agente della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Siano tra le persone arrestate nella maxi operazione contro la ‘Ndrangheta. È stato posto ai domiciliari nel corso dell’attività condotta stamani dalla Polizia di Stato contro un’organizzazione criminale di tipo mafioso riconducibile a soggetti di etnia rom.
L’uomo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, l’agente “era a disposizione del gruppo criminale. In particolare – scrive il gip nell’ordinanza – egli riceveva sistematicamente somme di denaro sia per consentire l’ingresso di oggetti” in carcere sia “per consentire le comunicazioni concernenti il traffico di stupefacenti”.
Inoltre avrebbe agito per tranquillizzare un arrestato “affinché non collaborasse con la giustizia”. L’operazione di oggi è giunta a conclusione di un’indagine frutto della collaborazione tra la Squadra mobile di Catanzaro – con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia – supportata in fase esecutiva da personale delle Squadre mobili e delle Sisco di varie province del territorio, di pattuglie di diversi Reparti prevenzione crimine, di unità cinofile delle Questure di Reggio Calabria e Vibo Valentia e di un elicottero del quinto Reparto volo della Polizia di Stato.
Dei 62 indagati, 38 sono stati portati in carcere mentre gli altri 24 ai domiciliari. Il provvedimento, emesso su richiesta della DDA catanzarese guidata da Nicola Gratteri, scaturisce da un’ampia attività di indagine coordinata dalla Dda che si è sviluppata con investigazioni di tipo tradizionale, attività tecniche, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, riscontri sul campo e servizi dinamici sul territorio, nell’ambito dei quali veniva rinvenuta e sequestrata della cocaina.