Di Marco Preve per la repubblica.it
Una depilazione approssimativa gli è costata la divisa. Un poliziotto genovese è stato, infatti, tradito da “un pelo pubico” come recita la sentenza del Tar che ha accolto le tesi dell’Avvocatura di Stato in rappresentanza del Ministero dell’Interno.
Quel pelo sfuggito ad una serie di cerette su tutto il corpo eseguite il giorno prima dell’esame fissato per verificare se continuasse a far uso di stupefacente. Visita alla quale si è presentato completamente depilato «affermando di essere affetto da una dermatite, si era presentato con i capelli completamente rasati».
Ma quel pelo malandrino è risultato positivo alla cocaina. E ora il poliziotto che già aveva presentato domanda per diventare vice ispettore dovrà lasciare la divisa. In realtà è stato pure fortunato perché no, sarà più un agente di Ps ma non perde l’impiego statale e andrà comunque a lavorare da civile in qualche ufficio amministrativo. […]
Eppure, come si diceva, il poliziotto aveva già vinto un terno al lotto. Era stato infatti immortalato da una telecamera nascosta dai suoi colleghi in un bar dove era andato a comperare della cocaina.
Era scattata l’indagine, la segnalazione interna e un esame del capello che aveva certificato l’assunzione dello stupefacente. Successivamente alla segnalazione del questore di Genova, il Capo della polizia lo aveva radiato dal corpo.
Ma i giudici del Tar Liguria avevano accolto il suo ricorso, presentato dagli avvocati Simone Carrea e Daniela Cevasco, e annullato la destituzione dell’agente scelto, che prestava servizio in un commissariato ed era poi stato trasferito al Reparto Mobile.
All’origine della decisione le norme e i regolamenti che consentono di punire con una sanzione un poliziotto che assuma cocaina, ma non di metterlo alla porta se non si è dimostrato che si tratta di un consumatore abituale. Le norme prevedono che l’assunzione occasionale non rientri fra gli “atti che rivelino mancanza del senso dell’onore o del senso morale… che siano in grave contrasto con i doveri assunti con il giuramento… dolosa violazione dei doveri che abbia arrecato grave pregiudizio allo Stato”. […]