Una panoramica ampia, come ampio è lo spettro d’azione in cui operano le articolazioni dell’Arma. Teo Luzi a Trento illustra le prospettive future che attendono i Carabinieri. Parla di politiche di genere, di contrasto alle nuove criminalità, di alta formazione, di tutela delle fasce deboli e chiede maggiori risorse per i suoi militari e per l’Istituzione che rappresenta, partendo dal reclutamento di almeno 3 mila unità.
“Serve un reclutamento straordinario di personale per le forze di polizia: con i tagli del 2012 l’Arma ha perso 10mila unità, la Polizia 8mila e la Guardia di finanza 4-5mila. Negli ultimi sei anni ci sono state leggi di incremento e stiamo risalendo, ma serve un ultimo scatto per tornare ai livelli di prima il 2012. Per noi servono 3mila carabinieri in più”
Poi Luzi ha parlato di politiche di genere all’interno dell’Arma e di quanto le donne siano sempre più elemento centrale e apicale di una organizzazione pronta a essere comandata da una donna nonostante, per ragioni puramente anagrafiche, ci vorranno ancora degli anni affinché le attuali dirigenti possano ricoprire il grado di generale di C.A.
Poi il comandante dei Carabinieri ha parlato del delicato lavoro che svolgono gli investigatori e delle necessarie attività di intercettazione che seguono le direttive comunitarie in materia di privacy e vengono eseguite su disposizione dell’ Autorità giudiziaria.
”Le intercettazioni sono assolutamente uno strumento indispensabile ma, in uno Stato democratico, è necessario trovare un equilibrio con la tutela della privacy. Certo che servono, sono fonti di prova dei comportamenti illegali delle persone”
Un passaggio molto apprezzato è stato quello sulle nuove forme di criminalità che uccidono in modo diverso dal secolo scorso. Se prima le mafie compivano atti violenti, oggi si insidiano anche nelle economie e nei mercati, sottraendo fondi e speculando su chi davvero necessita di aiuto.
“Il rischio maggiore della nuova criminalità è la possibile sottovalutazione. La criminalità economica è silente, spesso non si manifesta con atti di sangue ma ciò non toglie che rispetto agli anni ’90 oggi sia ugualmente pericolosa. C’è una tendenza a sottovalutarla perché non traspare e questo è un aspetto insidioso”