Pensiero libero sull’Arma dei Carabinieri, tratto da post web, in linea alla tradizione, ma guardando alle sfide attuali e future, senza passato non vi è presente.

Sul berretto spicca la granata del già Reggimento delle Guardie Reali del Ducato di Savoia, divenuti poi Granatieri, che, dal 1685, rappresentava quelle granate a mano destinate al lancio individuale a breve distanza. La granata non è solo un emblema di forza e destrezza, ma il riflesso di un’epoca in cui l’abilità manuale e il coraggio del lancio scoperto erano qualità imprescindibili per i soldati d’élite.
Come la banda rossa, che richiama la prima e antica uniforme del Reggimento delle Guardie, anche gli alamari rappresentano un segno distintivo di appartenenza a un corpo scelto. Un corpo che, nel caso specifico dei Carabinieri, oltre al valore sul campo, richiedeva ai suoi uomini un requisito non comune per l’epoca: saper leggere e scrivere. Gli alamari, quindi, non sono semplici ornamenti, ma emblemi di dedizione, disciplina e valore, testimonianza di un’identità costruita attraverso le generazioni. Ogni dettaglio di questi simboli narra una storia che continua a vivere nell’orgoglio e nell’onore di chi ne è custode.
La fiamma, mossa dal vento e posta sopra la granata nel fregio dei Carabinieri, è molto più di un elemento decorativo: rappresenta simbolicamente un faro di legalità, un segno di luce e protezione, pronto ad agire con immediatezza. Le sue tredici punte non sono un numero casuale, ma un richiamo alle Regie Patenti emanate il 13 luglio 1814, atto fondativo del Corpo dei Reali Carabinieri. Questo numero racchiude l’origine di una missione secolare, intrisa di fedeltà incondizionata alle istituzioni e al servizio della comunità.
Questi uomini, allora come oggi, erano soldati d’azione, capaci di coniugare abilità tecniche e rigore tattico. Cavalieri esperti, sapevano caricare la carabina con polvere e palla balistica anche al galoppo, mantenendo la mira con precisione. Una combinazione unica di cavalleria e fanteria che li rese truppe d’élite, selezionate con cura per “buona condotta e saviezza distinti”.
Tali valori riecheggiano ancora oggi nella missione e nel giuramento di ogni appartenente all’Arma dei Carabinieri. Lealtà, giustizia, coraggio, senso di comunità, autorevolezza ed etica non sono solo ideali astratti, ma pilastri concreti di una tradizione che ha attraversato i secoli, rinnovandosi senza mai perdere il legame con le proprie radici.
Gli eroi di ieri hanno tramandato il loro testimone nei secoli, trasformando il loro esempio in una guida per le generazioni future. Ogni gesto, ogni cerimonia, ogni azione quotidiana ricorda che il dovere e il sacrificio non sono mai soggetti al passare del tempo. Sono valori eterni, scolpiti nella memoria e nei cuori di chi indossa quell’uniforme, per un’Italia che custodisce con fierezza il suo passato e guarda con speranza al suo futuro.
… magari parte della storia non è totalmente aderente a questo racconto ma a me piace pensarla così.