Salvatore Luongo scrive ai carabinieri, buona la prima

A quasi due mesi dall’assunzione del comando dei carabinieri, Salvatore Luongo sceglie una lettera per rivolgersi ad ogni militare in servizio in Italia e all’estero. Un messaggio diretto che bypassa la classica via gerarchica e, in un certo senso, indica anche la linea di pensiero ai dirigenti della Forza armata affinché la riprendano.

In un momento in cui l’Arma vive le pressioni di una certa politica fomentata da principi marxisti, dove gli ideali di libertà di alcuni vanno a svantaggio della libertà degli italiani, come spesso è accaduto nella storia a pagare pena sono i militi dello Stato. Nulla di nuovo se non quello di una società in cui il carico mediatico affligge sempre più chi vive quotidianamente col rischio; un agente in servizio oltre alle procedure operative deve tenere conto anche di un opinionismo capace di influenzare addirittura le dinamiche giudiziarie.

Una lotta tra titani, politica contro magistratura, giornalismo di corrente al soldo di editori e lobby di potere e nel mezzo, senza batter ciglio, donne e uomini in divisa che devono trovare il coraggio di fare il proprio mestiere, non per paura della criminalità, ma per paura di essere ripresi durante un intervento o un gesto di coraggio, come quello del maresciallo Masini, indagato come atto dovuto per aver evitato che innocenti venissero uccisi.

Salvatore Luongo in questi sessanta giorni ha incontrato rappresentanti di associazioni a carattere sindacale, politici, militari nelle stazioni, personale in quiescenza, familiari di carabinieri caduti in servizio e farà questo per i prossimi anni di mandato, ma la scelta di scrivere direttamente ai suoi uomini lascia presagire che possa diffondersi un buon clima nell’Istituzione.

Il lavoro iniziato da Luzi deve continuare e bisogna andare sempre più verso un’alta formazione ad ogni livello e una “smilitarizzazione delle logiche” tipiche del ‘900. Scrivere ai carabinieri e far veicolare la lettera su app, siti e social network vuol significare molto anche per coloro che solo pochi anni fa pensavano a emanare circolari contenenti disposizioni restrittive sull’uso delle piattaforme.

La missiva è un’occasione anche per promuovere un empowerment che spesso viene meno e su cui, invece, bisogna investire, esattamente come fanno all’estero dove l’azione sociale delle forze di polizia è necessaria per migliorare le condizioni di vita della popolazione, anche attraverso politiche si sostegno e sensibilizzazione. Ma perché ciò avvenga bisogna alimentare entusiasmo, rendere orgogliosi gli agenti di indossare la divisa, promuovere stimoli per ottenere effetti positivi.

La prima “azione one to many” di Salvatore Luongo è stata pienamente apprezzata e rappresenta, indubbiamente, un segnale di apertura e di dialogo con la base …magari anche un monito verso quei “corvi” sempre pronti a beccare senza mai essere disturbati.

Salvatore Luongo scrive ai carabinieri, buona la prima

ecco il comandante generale arrivata la nomina copia Difesa Magazine
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