Ramy, si prosegue con i confronti e gli accertamenti

Fondamentalmente nessuno sviluppo particolare si è delineato, si continua con i necessari accertamenti, anche se la cronaca si arricchisce con nuove denunce, altri arresti, ma tutto quale sfondo alla narrazione principale.

Ramy, arrestato un testimone, l’autista denuncia i carabinieri e gli accertamenti continuano

Mentre nei giorni scorsi Farid Farad, uno dei più convinti sostenitori della malafede dei carabinieri che hanno condotto l’inseguimento del T Max con a bordo Ramy, veniva arrestato dalla polizia di stato, per rapina, spaccio di sostanze stupefacenti e lesioni, assieme ad altri tre connazionali (piazza di spaccio di Sesto San Giovanni), gli accertamenti sulla morte del giovane Ramy proseguono.

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In questa fase è possibile riscontrate due “novita”: la prima, un cambio di passo da parte della difesa di uno degli indagati, il conducente il T Max.

Quest’ultimo, infatti, Fares Bouzidi, ha depositato in Procura una denuncia per lesioni personali a carico dei quattro carabinieri della Radiomobile di Milano coinvolti nell’inseguimento che, come si saprà, portò alla morte di Ramy, alla base delle accuse la considerazione che: “Mi hanno deliberatamente speronato, facendomi perdere il controllo della moto e comprimendo il mezzo contro il palo“.

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Intanto, i militari che sono accusati di aver indotto un potenziale testimone a cancellare un video, dal quale sarebbe stato possibile vedere l’eventuale impatto terminale tra l’autoradio e il T Max, dichiarano di aver vietato la divulgazione dei soccorsi che si stavano prestando.

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