Un’associazione per la più giovane vittima di mafia: Angelica Pirtoli, salentina.
Oggi, cinque dicembre, Angelica avrebbe compiuto 35 anni, venne uccisa all’età di due anni, a stretto giro rispetto all’assassinio della mamma, Paola Rizzello.
La storia della povera Angelica è in realtà poco conosciuta a livello nazionale.
L’omicidio, avvenuto nel contesto delle dinamiche criminali salentine, tra Matino e Parabita, è stato un “imprevisto” rispetto all’ossassinio della mamma, freddata con colpo di fucile all’addome, mentre aveva in braccio la piccola.
Angelica, venne uccisa dai killer della madre, in modo atroce: afferrata per un piedino, il suo corpo venne sbattuto, più volte, contro un muro.
La piccola morì a Parabita il 20 marzo del 1991, Paola Rizzello era ritenuta una testimone scomoda del clan Giannelli. I loro corpi vennero ritrovati solo molti anni dopo, grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia: il corpo di Paola, nel 1997; quello di Angelica, nel 1999.
Nel 2017 la condanna definitiva all’ergastolo di Biagio Toma, ritenuto, assieme a Luigi De Matteis, esecutore materiale del duplice omicidio, per il quale era già al carcere a vita, come mandante, il boss di Parabita, Luigi Giannelli, assieme alla moglie Anna De Matteis.
L’associazione nasce su input della famiglia, per ricordare la povera congiunta, a Casarano, ideale volano di rinascita sociale, da un lato, anche per un regione che ha una delle organizzazioni criminali più agguerrite del paese.