IDF, come già fatto nei giorni scorsi, invita la popolazione ad abbandonare la zona sud di Beirut, colpita anche Damasco, la jihad islamica in azione in Iraq contro base USA.
Notte di violenti bombardamenti, vari i teatri interessati
Mentre continua il conflitto informativo tra le parti, con un susseguirsi di comunicati, tra IDF ed Hezbollah, si amplia la crisi.
IDF invita ad abbandonare l’area delle operazioni, coincidente con il sobborgo sud di Beirut dove ha trovato la morte Nasrallah, tra l’altro evidenziando come il bunker fosse sito a 53 metri da una scuola gestita dalle Nazioni Unite, dimostrando (o cercando di farlo) la permeabilità del tessuto sociale libanese con la milizia (come già accaduto nella striscia di Gaza, con Hamas).
Nel contempo sono iniziate le operazioni di terra, come stabilito dal Gabinetto di Guerra, che dovrebbero avere una portata limitata, come dichiarato da IDF, e che mira a smantellare le strutture Hezbollah nei pressi del confine, secondo un piano condiviso con gli USA.
Hezbollah, secondo la leadership israeliana, dovrebbe essere disarmato e costretto al di là del fiume Litani, nel mentre, è la milizia libanese a confermare l’invasione riportando di aver colpito i movimenti delle truppe israeliane «all’interno di un frutteto vicino alle città di Odaisseh e Kfarkela», nel Libano meridionale, al confine con la regione dell’Alta Galilea.
Beirut e non solo…
Nella notte razzi hanno interessato non solo i cieli di Beirut, ma anche quelli della capitale siriana; nel contempo la jihad islamica ha colpito la base USA di Baghdad, come già avvenuto in passato.
Gli USA hanno predisposto invio nel M.O. di poche migliaia di armati, per difendere interessi americani, evidentemente attaccati dai proxy iraniani, e per concorrere nella difesa di Israele.