Mentre la comunità internazionale segue con apprensione l’evoluzione della crisi di Gaza, con propaggine sul Libano, e le basi militari statunitensi in Europa si aspettano atti dimostrativi, o qualcosa di peggio, e sono oramai noti i risultati delle elezioni francesi, riecco gli occhi sul golpe in Bolivia…
Bolivia, “aspettando” una vera crisi democratica
Sulla scia del tentativo di golpe dei giorni scorsi, Evo Morales, leader politico ed ex Presidente della Bolivia, nonché ex compagno di partito dell’attuale Presidente, Luis Arce, interviene sul suo profilo X (già Twitter).
Morales, sostanzialmente, dando seguito alle dichiarazioni del Generale Zuniga, autore del tentato colpo di mano, arrestato, chiede un’indagine sull’accaduto.
Arresto del Gen. Zuniga, presentazione alla stampa.
Evo Morales, anche attraverso radio kawsachun coca, ha fatto sapere di essersi ricreduto sull’evoluzione di quegli accadimenti, arrivando anche a scusarsi con la comunità internazionale che ha dimostrato apprensione verso la democrazia boliviana.
Si rimane quindi in attesa di una evoluzione, almeno dei rapporti tra Morales e Arce, anche tra piazza (mobilitata e smobilitata da Morales) e le istituzioni, considerando che la competizione elettorale sarà lunga, fino a novembre 2025, e, di fatto, Morales abbia tacitamente accusato Arce di aver millentato un colpo di stato per incrementare la sua aurea politica.
La tesi dell’autogolpe, intanto, ha prodotto già una prima reazione: l’ambasciatore della Bolivia in Argentina è stato chiamato per consultazioni dal Presidente Milei.