Qui si rasenta il ridicolo. Qui iniziamo ad avere le allucinazioni con le prime calure estive. Sono anni che gli incursori del GOI (Gruppo Operarivo Incursori) urlano “decima”; sono anni che gli uomini del GOI girano il mondo rappresentando egregiamente l’Italia nei teatri più difficili. Ora, per via di un colpo di calore, non si spiegherebbe diversamente, si parla di saluti romani, urla sbagliate e apologie a cui dobbiamo anche dedicare tempo per scrivere che servono le pezze di acqua fredda sulla fronte quando il sole è forte.
Ecco che arriva, per l’occasione, anche la nota da fonti della Difesa
“Il braccio alzato di uno dei militari, viene sottolineato, è per ‘l’attenti a sinist’, che è il saluto alla tribuna autorità che fanno tutti i reparti che sfilano. Il grido ‘Decima’ è poi il motto del Goi (il Gruppo operativo incursori del Comsubin) e non c’entra con la ‘X Mas’ della Repubblica sociale ma è la Decima della Marina Militare del Regno che ha operato fino al 1943 e che è il precursore degli incursori di Marina. Non è peraltro una novità di quest’anno, anche nelle edizioni precedenti la compagnia ha scandito il motto passando sotto la tribuna delle autorità”.
Queste parole le avrebbe potute scrivere chiunque, bastava leggere qualche libro di storia e assistere, per qualche anno di seguito, alla festa della Repubblica. Facile facile.
Ed ecco che sulla grandezza di questo Reparto d’élite si è consumata la farsa politica del giorno dopo. Hanno parlato tutti, ma proprio tutti. Succede spesso in questo Paese. Gli arditi capiranno. Ci sono modi e modi di osare. C’è chi lo fa con le parole e chi con Memento Audere Semper