Revocata la legge marziale in Corea, e fin qui…ma basta per avere una stabilità politica, specie in una democrazia.
Corea, il ritorno della ragione
Dopo che l’assemblea nazionale aveva votato, nella serata di ieri, ora italiana, quindi a stretto giro rispetto alla legge marziale voluta dal Presidente, contro, quel provvedimento “sovrabondante” (eufemismo, ndr.), la democrazia prosegue il suo corso.
Forse.
Le forze armate hanno mantenuto il loro assetto finché il Presidente Yoon Seok-yeol non ha ritirato il provvedimento e ora il politico rischia l’ impeachment.
La Corea è quindi tutt’altro che al sicuro da una crisi istituzionale. Nel frattempo? Crollo della borsa e crisi di mercato nel settore hi-tech.
I partiti di opposizione hanno presentato una mozione, ovviamente, contro il presidente . Per andare a buon fine, occorre la maggioranza dei due terzi del Parlamento, quindi 201 voti.
Le opposizioni hanno 192 parlamentari, che gia ieri hanno votato compatti contro la legge marziale, stante l’esercito abbia cercato di impedirlo fisicamente, entrando nel palazzo del parlamento, dopo averlo circondato.
Il passaggio da democrazia ad autocrazia è dannatamente facile in questo momento, dove le crisi sembrano decuplicare e alla base vi è sempre una contrapposizione tra blocchi, stile ex guerra fredda, chiaramente in un contesto differente.