Criminalità giovanile e disagio

Nel corso degli ultimi giorni sono stati vari gli episodi di cronaca che hanno visto protagonisti ragazzi, in alcuni casi si è fatto riferimento, esplicitamente, a fenomeni di criminalità giovanile, in altri casi a violenza, seppur non esattamente organizzata, ugualmente fuori contesto.

Baby gang: serve una legge per fermare la violenza, dice Zaia

“Le baby gang sono un problema di tutti, propongo una legge speciale che abbassi l’età della punibilità. In parallelo, abbiamo il dovere di tutelare la stragrande maggioranza dei nostri ragazzi, che studiano, lavorano e contribuiscono alla vita della società. Purtroppo c’è il rischio che si parli dei giovani solo a causa dalle baby gang. Spero si possa arrivare anche a una specifica proposta di legge a riguardo per combatterle con forza!”

Ieri sul Corriere della Sera, cosi l’intervista al Presidente Zaia sul tema della criminalità giovanile e non solo.

Criminalità giovanile e urbana, il punto del Servizio Analisi della Polizia di Stato

Il Report, redatto dal Servizio Analisi Criminale, è stato pubblicato nel maggio scorso, e, sostanzialmente, grazie allo stesso, è possibile arrivare alla puntuale disamina dei principali fatti reato che hanno anche ingenerato un timore nella pubblica opinione, certamente con immediato riscontro documentale, avendo come focus specifico questa particolare forma di criminalità, la quale propaggine può affacciarsi sul web, “favorendo” la notorietà di taluno.

Ovviamente, come avviene per tutte le attività di rilevazione statistiche, rimane sempre l’incognita del non denunciato, e questo può aversi per svariati motivi.

Si spazia dalla possibile conoscenza degli autori di quelle malefatte; dalla dimensione sociale del centro urbano (allarmismo nei piccoli centri, ma assuefazione in altri contesti, anche a fronte del medesimo episodio/criticità), ecco perché alcuni episodi di devianza e/o criminalità giovanile, anche accaduti recentemente, possono avere un’amplificazione mediatica maggiore, anche richiamando l’attenzione sul tema del disagio giovanile.

Da considerare, poi, che il c.d. “Decreto Caivano” è il più recente intervento contro il fenomeno della criminalità giovanile. Con esso, l’esecutivo pro-tempore, ha preso coscienza anche della precarietà sociale di alcune periferie, dove, con interventi di differente natura, come l’iniziativa sport e periferie, volta al recupero di strutture sportive fatiscenti o la creazione di nuove, cerca di alternare approcci social-educativi ad attività preventive/repressive.

criminalità giovanile

I dati

Circa la criminalità giovanile vi è da rilevare che tra il 2010 e il 2022 si è registrato un aumento del 15,34% delle segnalazioni: i dati evidenziano un incremento per i reati caratterizzati da violenza, come le lesioni dolose, la rissa e la rapina. Tra il 2022 e il 2023, le segnalazioni di minori per rapina (7,69%), lesioni dolose (1,96%) e violenza sessuale (8,25%) subiscono un contenuto incremento.
Nei valori annuali il dato riferibile alle segnalazioni di minori italiani è sempre superiore a quello riferibile ai minori stranieri sino al 2021, dal 2023 viene rilevato un aumento delle devianza straniera, specie per le segnalazioni relative alla violenza sessuale.

Durante il biennio 2022-2023, sono state 73 le province italiane che hanno registrato attività violente da parte di gang giovanili (prevalenza nelle regioni del nord del paese e in centri urbani di rilevanti dimensioni): risse, percorse, lesioni, furti su pubblica via e reati inerenti agli stupefacenti.

Accanto a reati di matrice violenta si hanno comportamenti fortemente devianti che interessano le vessazioni nei confronti di coetanei e vandalismo urbano, il tutto favorito dalle nuove tecnologie, quindi dai social network.